Passione, produzione ed eventi: a ‘Show Food’ si parla di vino e Vinitaly. In collegamento con Francesco Vergovich ed Enrico Camelio, Bruno Vespa e Dominga Cotarella.

“Il mio rapporto col vino nasce quando ero bambino – racconta ai microfoni di Radio Radio Bruno Vespami è stata bagnata la lingua molto presto. 40 anni fa ho conosciuto Luigi Veronelli, che è stato il mio maestro di bicchiere, ho scritto di vino e ho conosciuto tutti i maggiori vignaioli italiani. Poi mi è venuta questa maledizione senile di diventare produttore. Mi sta molto piacendo devo dire”.

Essere un personaggio pubblico secondo Bruno Vespa è di aiuto o di intralcio per la sua azienda? “Crea molta diffidenza – racconta il conduttore – ci si chiede ‘ma questo fa pure il vino?’ Poi però le diffidenze, che sono legittime, vengono superate dagli assaggi e dal prezzo che è sempre molto corretto”.

Bruno Vespa nei panni di produttore di vini è una deroga a quell’immaginario collettivo (e consolidato) che lo vede protagonista della seconda serata di Rai 1 dal 1996. E alla domanda se sia più facile fare una puntata di Porta a Porta o gestire una cantina, il conduttore risponde senza indugi: “Porta a Porta, sicuramente!”

Una produzione, la Vespa Vignaioli, che nasce dall’incontro con Riccardo Cotarella, presidente mondiale degli enologi. In collegamento dal Vinitaly di Verona, la figlia di Riccardo Cotarella e direttore marketing della Vini Falesco, Dominga Cotarella: “Si respira entusiasmo e grande energia – racconta – il vino crea questo, è una grande ricchezza”.

Quali i consigli di un’esperta del food marketing come lei sulla promozione dei prodotti del nostro Paese all’estero? “Credo – commenta – che oggi più che mai abbinare agricoltura e turismo sia fondamentale. Il turista è attratto dal nostro Paese anche per l’enogastronomia. Il nostro Made in Italy ha un valore infinito, lo dobbiamo soltanto raccontare. Bisogna formare l’interlocutore affinché possa distinguere il parmisan dal nostro Parmigiano.