Torna a far parlare di sé il Cavaliere Silvio Berlusconi, da lui infatti dipende la coalizione di centrodestra cui Matteo Salvini si sta sempre più avvicinando. Un ruolo, quello del tre volte Premier, che Diego Fusaro individua come “decisivo” per il futuro della Lega di Matteo Salvini. Per comprendere la sua figura, però, è necessario conoscere alcuni passaggi fondamentali della politica berlusconiana dell’ultimo ventennio.

A ‘Un giorno speciale’ l’analisi storica del berlusconismo degli ultimi vent’anni del filosofo e saggista Diego Fusaro, in collegamento con Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“Berlusconi ha segnato a livello immaginario la figura dell’imprenditore che diventa capo del Governo: era l’impresa a governare, si governava per il mercato e in nome del mercato.

Poi ci fu un momento in cui Berlusconi non fu più gradito all’ordine liberista che pure lo aveva innalzato a protagonista assoluto. Nel 2011 i principali euroinomani, tra cui la Merkel, voltano le spalle a Berlusconi e lo lasciano solo. Da quel momento diventa un nemico e viene letteralmente disarcionato in favore di un governo tecnico, cioè il colpo di stato finanziario di Mario Monti.

Il 2011 è l’unico momento in cui bisognava essere berlusconiani: non tanto per la figura di Berlusconi ma perché occorreva difendere la patria.

Accade poi, nel 2018, che Berlusconi scende in piazza mostrandosi come l’uomo di Bruxelles. Quella che io chiamo la Sindrome di Stoccolma di Berlusconi, aveva cioè metabolizzato il lessico di quanti lo avevano rovesciato nel 2011.

Arriviamo al nostro presente, ancora vittima di questa sindrome, Berlusconi sta svolgendo la funzione di normalizzatore dell’area destra e sta decretando il suicidio della Lega di Matteo Salvini. Anche la destra è liberista, europeista e globalista: si sta verificando il sistema di alternanza senza alternativa, vincerà sempre e solo il partito unico del capitale e del globalismo. Il Berlusconismo, dunque, è privato della sua anima“.


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