Non si sposa più nessuno. A dirlo, prima ancora dei dati, sono i soldi in tasca degli italiani. Perché spendere cifre astronomiche (in Italia, si sa, i parenti si devono invitare tutti) per un solo giorno?
Le doti non esistono più. I risparmi, se ci sono, i giovani li investono per studiare, per pagare affitti onerosi, per tentare di comprare casa, per riparare elettrodomestici, per cambiare cellulari (che dopo due anni puntualmente e senza motivo non funzionano più), per fare la spesa e, se capita, per fare piccole gite fuori porta (che altro non sono che dei brevi weekend nei paesi vicini).
Un bonus matrimonio dunque ci serviva? Magari sì. Non fosse che quello proposto dalla Lega non è affatto un bonus. E’ una vergogna.

Il (vero) testo della proposta

Il progetto di legge presentato lo scorso novembre 2018 dal leghista Domenico Furgiuele (e attualmente in fase esame) non viene in soccorso delle giovani coppie che, desiderose di contrarre matrimonio, non possono permettersi di affrontarne le spese. Si preoccupa SOLO di incentivare il matrimonio religioso.
A dimostrarlo sono le premesse al testo integrale della proposta:

  • Abbiamo assistito a un crollo dei matrimoni religiosi pari a circa il 34 per cento (…)
  • I matrimoni religiosi non diminuiscono solo in termini assoluti, ma anche in base all’età (…)
  • Cambiamenti significativi nel corso degli anni si sono verificati anche nella scelta della tipologia di matrimonio, religioso o civile. Quest’ultimo è scelto da quasi una coppia su due (…)

Presentati questi dati, si legge quanto segue: “La presente proposta di legge intende, PERTANTO, introdurre il cosiddetto ‘bonus matrimonio’, volto ad agevolare quelle giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso”.

E’ quel pertanto che dovrebbe indignarci. E’ in quel pertanto che è racchiusa l’incostituzionalità della proposta. E sempre da quel pertanto deriva la domanda fondamentale…

Ma non eravamo uno Stato laico?

  • Articolo 7 della Costituzione: Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani (…)
  • Articolo 8 della Costituzione: Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge (…)

Essere uno Stato laico significa non imporre alcun tipo di scelta che abbia a che fare con il credo religioso degli individui. Significa non fare propria alcuna confessione. Significa non fare distinzioni tra chi persegue un credo e chi un altro. Oltretutto in Italia il solo matrimonio religioso non ha efficacia se non segue anche la procedura civile (vedi il matrimonio concordatario).

Non eravamo tutti uguali davanti alla legge?

  • Articolo 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Il bonus nozze riservando la sua efficacia al solo rito religioso esclude dai benefici tutte le unioni civili. Dunque: coppie omosessuali, coppie di non credenti, coppie di altro credo, coppie che si sono sposate all’estero e hanno chiesto la trascrizione della loro unione, e così via per tutte le coppie che per le ragioni più varie e personali scelgono di non contrarre matrimonio in chiesa.

C’è speranza?

Il testo, dicevamo, è ancora in fase d’esame. Passerà? O esiste ancora la possibilità che la violazione di così tanti diritti venga presa concretamente in considerazione? A farla da padrone, forse, sarà la disponibilità economica: ci sono davvero tutti questi soldi per i matrimoni? E le previsioni del Def che mettono in discussione persino reddito di cittadinanza e quota 100? La migliore risposta, nel frattempo, è quella di Gaia e Matilde: le due diciannovenni di Caltanissetta che, chiesto un selfie a Matteo Salvini, al momento dello scatto si sono baciate.

Benedetta Intelisano