Dal ‘no’ categorico al ‘sì’ senza riserve. La Tav continua ad agitare il governo, che sull’alta velocità si divide in attesa di trovare una sintesi. Cinquestelle da un lato, Lega dall’altro, la Torino-Lione è in questi giorni lo specchio della distanza fra i due schieramenti.

Ieri il nuovo round di governo sul tema ha visto ripetersi il solito copione: cauto ottimismo per Tria – che ancora spera “in un’evoluzione positiva” – e secco diniego di Toninelli, che si dice ancora una volta contrario, liquidando l’argomento come una “ossessione giornalistica”. Nel mezzo il premier Conte, che sta “studiando bene il dossier” sulla linea ferroviaria e che con diplomazia assicura come si arriverà alla “migliore decisione possibile nell’interesse del Paese”. Intanto, però, arriva il supplemento di analisi voluto dal Mit che dimezzerebbe gli svantaggi dell’opera, considerando i soli costi a carico dell’Italia. Dati “non scientifici” per Toninelli, ma un dossier che potrebbe comunque rimettere le carte in tavola come ulteriore argomento di discussione. Palazzo Chigi nella mattinata di ieri ha tenuto in ogni caso a precisare che il premier “non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav”né tantomeno “ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera”, contributo sollecitato appunto dal solo ministero dei Trasporti. “Credo che sulla Tav sarà possibile che arriveremo a una soluzione e che sarà una soluzione pienamente condivisa nel governo come abbiamo fatto per tutti gli altri temi”, stempera gli animi in serata la ministra della Difesa Trenta, ma nel governo resta l’incertezza più assoluta sul destino della Torino-Lione.

Troppa incertezza per l’opposizione, che in giornata ha parlato di “sceneggiata” e bollato il titolare del Mit come “inadeguato”, tanto che il Pd – spiega il dem Marino – “ha deciso di presentare una mozione di sfiducia alla Camera ed al Senato, dopo l’ultima vergognosa operazione della Commissione costi/benefici, un orpello inutile voluto da questo indegno ministro dei trasporti. Per il bene di Torino e dell’Italia, la Tav si deve ultimare e Toninelli deve andare a casa”.