Il disastro della Ethiopian Airlines ha riacceso il dibattito sul tema della sicurezza delle compagnie aeree, in particolare dopo la decisione ufficiale dello stop operativo dei Boeing 737 Max-8 e 9 da parte dell’Italia e di tutti gli altri paesi europei. I dubbi e gli interrogativi sono molti: Quali compagnie sono sicure? Meglio evitare alcuni voli? Cosa è una blacklist? Chi ne fa parte?

Proviamo a fare un po’ di chiarezza con l’aiuto di Antonio Bordoni, esperto e analista di incidenti aerei.

La blacklist non è né una lista di aerei pericolosi né una lista di compagnie da evitare. Si tratta dell’elenco di vettori aerei che non possono volare attraverso il nostro spazio aereo. I motivi? Sono tutte compagnie che non rispettano i criteri di sicurezza stabiliti dall’Unione Europea. Ma quali sono questi criteri? A noi ‘viaggiatori’ questa lista serve davvero? Secondo l’esperto Antonio Bordoni “assolutamente no”.

“La blacklist è fatta al 99% da compagnie totalmente sconosciute – spiega l’esperto di sicurezza aerea Antonio Bordoninon fornisce indicazioni accurate sull’affidabilità di un vettore e non è mai servita assolutamente a niente!

La cosiddetta List of airlines banned within the EU – ovvero la lista ufficiale delle compagnie aeree vietate all’interno dell’UE – è infatti costituita da compagnie di paesi come Afghanistan, Eritrea, Nepal, Sudan o Zimbabwe. Nessuna compagnia europea compare nell’allegato A della direttiva, ovvero l’elenco delle ‘bandite’, e nemmeno nel documento di B di quelle soggette a restrizioni.

“Quando è caduto l’aereo del volo 447 Rio de Janeiro-Parigi – commenta Bordoni – Air France non è stata messa su nessuna blacklist. Però se oggi casca un aereo nel Congo, quando si riunisce la Commissione Europea la compagnia congolese viene vietata dai cieli europei!

Quali sono allora i criteri che portano la Commissione Europea a considerare una compagnia “non sufficientemente sicura”?

La risposta la troviamo nel Regolamento (CE) n. 2111/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, dal quale emergono tre elementi principali: carenza di sicurezza, incapacità di porre rimedio a queste carenze e mancanza di cooperazione da parte delle compagnie o delle autorità dello Stato in cui si trovano.

Traducendo dal politichese: ecco quali sono i criteri di sicurezza dell’UE per valutare il divieto totale o parziale di un vettore aereo.

1- Gravi e comprovate carenze per quanto riguarda la sicurezza del vettore aereo

Se all’Unione Europea giungono informazioni verificate circa importanti carenze dei vettori aerei, l’UE aggiunge la compagnia segnalata alla sua blacklist. Ma da chi arrivano queste informazioni?

  • “Programma SAFA”: è un programma indetto dall’Unione Europea stessa che si occupa di verificare a terra l’idoneità tecnica dei vettori aerei. Lo fa attraverso delle ispezioni di rampa a campione, ciò significa che alcuni addetti messi a disposizione dagli Stati membri, durante un qualsiasi scalo delle compagnie sul loro territorio, si impegnano a verificare le condizioni del velivolo, delle documentazioni dell’aeromobile, dell’operatore e degli equipaggi.
  • Segnalazioni da parte di un “paese terzo”.
  • In caso di incidente o incidente grave.

2- Mancanza di capacità e/o volontà di un vettore aereo di porre rimedio alle carenze in materia di sicurezza

Proprio con lo scopo di verificarne la sicurezza, ciascuno Stato membro può chiedere alle compagnie aeree di fornire informazioni sulla compagnia e, in caso ci siano delle mancanze, di porvi rimedio. In quali casi verranno aggiunte alla lista nera?

  • Qualora queste compagnie non forniscano le informazioni richieste.
  • Qualora le informazioni non siano chiare o adeguate.
  • Laddove le informazioni non vengano date nei tempi richiesti.
  • Quando a seguito della segnalazione di una mancanza non vengano presi provvedimenti o i provvedimenti attuati non siano sufficienti.

3- Mancanza di capacità e/o volontà delle autorità responsabili della supervisione di un vettore aereo di porre rimedio alle carenze

Ciascuno Stato, europeo e non, dispone di un organo responsabile della supervisione di un vettore aereo. Il mal funzionamento di queste autorità viene valutato come violazione delle norme di sicurezza. Facciamo qualche esempio:

  • Uno Stato UE ritiene che il vettore di un altro Stato non rispetti le norme di sicurezza, chiede alle autorità competenti di porvi rimedio e l’autorità di aviazione sceglie di non cooperare.
  • Le autorità responsabili della supervisione dei vettori del proprio paese non sono in grado di far rispettare loro le norme di sicurezza.
  • Le autorità dello Stato in cui un certo aeromobile è registrato non sono in grado di sorvegliarlo.

Rimane un solo quesito ancora aperto: perché la blacklist è costituita da soli vettori extraeuropei? Il regolamento si riferisce sempre a “vettori aerei” senza mai specificare se questi debbano essere esclusivamente esteri. Possibile che tutte, ma proprio tutte, le compagnie UE rispettino i requisiti di sicurezza?