Ad alimentare tutta la famiglia era la figlia più piccola di 9 anni che, durante le sue uscite a contatto con il mondo esterno, acquistava solo biscotti, merendine e caramelle.

Si nutrivano solo di merendine, biscotti e caramelle, assuefatti dai giochi e dalla navigazione internettiana di quella macchina virtuale che, giorno dopo giorno, li ha resi schiavi. E’ successo in Puglia, a nord del Salento, dove una famiglia composta da quattro persone (padre di 40 anni, che percepiva una piccola pensione, una madre quarantatreenne e i due figli, un maschio e una femmina rispettivamente di 15 e 9 anni), è rimasta davanti al pc per due anni e mezzo, dipendente dalla “sindrome di Hikikomori”, una patologia psichiatrica che generalmente colpisce gli adolescenti.

Stando a quanto riportato da
La Gazzetta del Mezzogiorno, in Puglia quella famiglia non pranzava e non cenava più, nessuno si lavava: dei quattro, che hanno condiviso le stesse mura per due anni e mezzo, solo la più piccola ha continuato a varcare la soglia di casa per andare a scuola. Nelle sue uscite a contatto con il mondo esterno, la bambina si occupava ad acquistare i biscotti, le merendine e le caramelle che, in quel periodo, hanno alimentato tutta la famiglia.

A dare l’allarme sono stati proprio gli insegnanti della bambina che, notando le condizioni igieniche precarie e l’aspetto sempre più sciatto e trasandato con cui si presentava in aula, hanno allertato i servizi sociali ad ottobre scorso.

La situazione che gli operatori hanno trovato, quando hanno raggiunto la famiglia, era ai limiti della sopravvivenza umana: piaghe sui piedi, corpi malridotti, ferite non curate.

Il ragazzo ha dovuto iniziare una prolungata fisioterapia per rimettere in movimento gli arti, completamente anchilosati dall’isolamento. I suoi piedi, nel periodo in cui è rimasto a casa, sono cresciuti, ma lui ha continuato ad usare le stesse scarpe, diventate più piccole di due taglie.

Ora i due figli, sottratti alla custodia dei genitori, sono stati affidati ad una casa-famiglia e sono sotto la cura e l’assistenza psicologica di specialisti del settore. Alle cure degli psicoterapeuti sono stati affidati anche i due coniugi, nella speranza di liberarli dalla sindrome di
Hikikomori.