“O mia o di nessun altro”: è Marcello Monaco a pronunciare queste parole prima di sparare alla sua ex fidanzata Filomena Di Gennaro. Era il 2006 e da allora la donna vive su una sedia a rotelle.

Condannato a 15 anni di carcere, Monaco ne è uscito dopo appena tre: “Un proiettile ha lesionato il midollo spinale e vivo sulla sedia a rotelle. Ho un’invalidità al 100%. Sono stata condannata io all’ergastolo”. questo il commento di Filomena che ancora oggi, a distanza 14, chiede giustizia.

Insieme al suo legale, l’Avv. Giancarlo Lima, ha ripercorso per noi il suo vissuto e i danni che ha subito sia a livello fisico, che mentale che economico. Ecco la sua storia in diretta a ‘Lavori in corso’.

Filomena Di Gennaro: Sono stata condannata io all’ergastolo

“Porto ancora oggi i segni. Un proiettile ha lesionato il midollo spinale e vivo sulla sedia a rotelle. Ho un’invalidità al 100%. Sono stata condannata io all’ergastolo.

Il mio ex fidanzato ha deciso di togliermi la vita perché io avevo deciso di lasciarlo. Ho vinto il concorso come Maresciallo di Carabinieri, lui è venuto da Foggia a Roma per questo. Ho cercato di fargli capire che la nostra storia era finita. Lui non ha voluto sentirne ragioni. Sono uscita dalla macchina e mi ha raggiunto. Mentre mi ha sparato ha detto: “O mia o di nessun altro”.

Per fortuna avevo avvertito il mio comandante di Velletri (il mio attuale marito) dell’appuntamento ed è intervenuto. Sono stata in coma per diversi giorni. Sono ancora viva ma costretta ad una vita su una sedia a rotelle. La mia vita è stata completamente stravolta, ho perso il lavoro perché non più idonea dal punto di vista fisico.

Dietro ad una disabilità c’è altro, tante spese sono a carico della persona. Ricevere questo feedback dallo Stato mi fa rivivere quei momenti, le donne hanno ancora un ruolo poco importante nonostante i passi avanti che sono stati fatti”.

Avvocato Lima: Lo Stato italiano ci ha messo 11 anni per fare uno straccio di normativa…

“Dei 15 anni ne ha scontati solo 2 o 3 poi con i vari sistemi è uscito. La cosa ancor più drammatica è che la sua vita è normale, addirittura con atteggiamenti spocchiosi. Si è trasferito poi al nord e, con una manovra furbesca, ha continuato a lavorare. Si è sottratto a qualunque obbligo di qualsivoglia natura. Abbiamo fatto la causa per stabilire quale fosse l’importo di risarcimento in favore della signora Di Gennaro e dal tribunale di Roma è stato stabilito un importo di oltre 2 milioni e mezzo di euro ma, alla fine, non abbiamo potuto prendere nulla perché lui risulta disoccupato.

Il problema è che lo Stato italiano ci ha messo 11 anni per fare uno straccio di normativa che stabilisse importi per coprire queste situazioni ma sono importi vergognosi. Il paradosso sta proprio nel caso della signora Di Gennaro, che vede questo fondo di rotazione attraverso una procedura che, tramite prefettura, ha ottenuto un ristoro di poche migliaia di euro: siamo arrivati solo a 3.022 euro, senza neanche allegata una delibera.

Inoltre manca ancora una coscienza nelle forze dell’ordine che spesso sottovalutano le situazioni”.