Ormai è a tutti gli effetti ufficiale ciò che già da tempo paventavamo e sottolineavamo con sgomento.
Lo stato d’emergenza che sarebbe dovuto terminare il 31 luglio è stato prorogato: proprio oggi si è deciso di far sì che venga prolungato fino a ottobre 2020.

Nihil novi, se è vero – come è vero – che il nuovo capitalismo terapeutico vive dell’emergenza e non può certo accomiatarsene. Anzi, deve sempre da capo rinnovarla perché sempre vengano rinnovate le misure d’emergenza e con esse il nuovo paradigma di razionalità emergenziale centrato su uno stato d’eccezione che diviene normalità.

Ora è chiaro, definitivo e sotto gli occhi di tutti: le libertà non verranno restituite, i diritti non verranno ripristinati, la Costituzione non tornerà ad essere pienamente rispettata.
Del resto l’ho detto e lo ridico: la pandemia deve essere infinita. E se il virus non vale collaborare al progetto, tanto peggio per lui.
E’ la “nuova normalità”, quella in cui dovremo imparare a “convivere con il virus”, il quale virus ha tra l’altro la peculiarità di essere visibile ad occhio nudo, quando c’è, ma anche quando non c’è più.

Ecco perché l’infosfera pare letteralmente impazzita: per un verso ci dice del calo dei contagi, per un altro ci allarma senza tregua facendo riferimento all’aumento dei focolai.
Ci dicono che il virus è potente come a febbraio, ci segnalano che esso colpisce i più giovani, vanno ripetendo che genera sempre nuovi focolai. E chi pensa che il virus sia un metodo di razionalità politica viene delegittimato con una categoria tratta dalla neolingua: negazionista.

L’orrore del negazionismo e della Shoah diventa così un “brand pubblicitario” del nuovo capitalismo terapeutico, che usa la categoria di negazionismo per silenziare chi osi anche solo sospettare della nuova razionalità politica liberticida.

Siamo chiari: chi pensa che il virus non sia mai esistito è un fesso inguaribile.
Proprio come un irredimibile fesso è chi non ha capito che si è usato e si sta usando il virus anche per produrre una nuova razionalità politica.

Essa è centrata sull’emergenza permanente e sul conseguente decisionismo antidemocratico nel caso italiano del Premier Giuseppe Conte, il Vis-Conte dimezzato giallofucsia.
Per poter mantenere il regime terapeutico v’è bisogno della narrazione del virus sempre vivo. Nella società dello spettacolo, del resto, l’essere è già da sempre risolto nell’apparire.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: