Giuseppe “Oscar” Damiani: ex ala di talento, soprannominato “Flipper” da Gianni Brera, ha lasciato il segno in Serie A e Serie B con 101 gol complessivi, vincendo uno scudetto con la Juve nella stagione 1974-1975 e conquistando il titolo di capocannoniere di Serie B con il Genoa nel 1978-1979.
Ha vestito maglie prestigiose come Vicenza, Napoli, Juventus, Genoa e Milan, chiudendo la carriera tra Parma, Lazio e una parentesi negli Stati Uniti con i New York Cosmos. Due presenze in Nazionale maggiore, poi una seconda vita da procuratore sportivo, rappresentando campioni del calibro di Shevchenko, Thuram, Panucci, Costacurta, Signori.
Ospite ai microfoni di Radio Mattino – Sport e News, Damiani ha commentato calcio giocato, mercato e regole, con la franchezza di chi il pallone lo ha vissuto per davvero.
Oscar Damiani, dalla Juve al suo Genoa, passando per il VAR e il prossimo calciomercato
Che partita si aspetta tra Roma e Genoa all’Olimpico?
«Ho finito la carriera senza gloria nella Lazio, quindi l’ambiente romano lo conosco bene. Mi aspetto una bella partita, con due bravi allenatori, squadre che giocano bene, con spettacolo e gol. Speriamo davvero che sia così».
David e Openda: guardando gli attaccanti della Juventus, cosa le viene in mente?
«Che forse si poteva prendere qualcosa di meglio, francamente… Sono buoni giocatori, questo sì, ma la Juventus ha sempre avuto ben altri attaccanti, di grandissimo livello. Oggi però un profilo di quel tipo costa oltre 100 milioni, e con i budget delle nostre società italiane diventa difficile essere competitivi in Europa…»
Da uomo di mercato, cosa si aspetta dalla sessione di gennaio per la Serie A?
«Io sono dell’idea che a gennaio sia difficile migliorare davvero una squadra. Servono investimenti importanti e quindi non credo ci saranno grandi cambiamenti. Forse qualche ritocco, ma niente di più».
C’è un giovane talento internazionale che potrebbe esplodere in futuro?
«Mi prendete alla sprovvista. Devo essere onesto, non seguo più tantissimo. Sono i miei figli che seguono il calcio francese. Io in questo periodo sono in montagna a sciare, quindi non me la sento di fare un nome a caso… (Ride)»
Che giudizio dà sulle competizioni UEFA con mercato aperto a gennaio?
«Non mi piace. Le squadre e i giocatori pensano di andare via, non sono concentrati. Quello che si sta facendo a livello internazionale nel calcio, sinceramente, non mi piace. Se mi chiedi una ricetta risolutiva, però, non ce l’ho».
Lei è d’accordo con chi vorrebbe abolire il VAR? Tipo Roberto Pruzzo…
«La penso un po’ come Roberto. Il VAR viene gestito a piacimento, a volte in un modo, a volte in un altro. Gli arbitri possono sbagliare, fa parte dello sport. Non sono convinto che sia utile stare 4-5 minuti a rivedere un’azione al rallentatore: il rallentatore non restituisce il movimento e la velocità del calcio».
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