Il lockdown che non aspettavate a Natale ▷ “È evidente nostalgia della pandemia” | Boni Castellane

Negli ultimi giorni le testate italiane, ma anche quelle internazionali, hanno raccontato una curiosa notizia sul Natale: il Natale da soli non è più un tabù. Ciò che non torna è che l’idea di interrompere la socialità nel periodo delle feste viene raccontata come una nuova moda, o un “mood” da potersi scegliere per “salvaguardare il proprio benessere mentale”. La nota “normalizzazione”, per intenderci. Una teoria che a leggerla ci fa tornare in mente il film “Fuga dal Natale” (2004), dove i protagonisti tentano di sfuggire dalle feste senza riuscirci. Quantomeno, la pellicola di Joe Roth finiva bene: famiglia e amici superano gli screzi festeggiando il Natale insieme. “Roba da medioevo”, direbbero magari i fautori del “Natale no contact“, da come pongono il fenomeno. Così lo chiamano le testate che hanno raccontato la scelta crescente di chi evita di trascorrere le feste in famiglia per difficoltà relazionali non trattate, andando, intanto, a lasciare lì l’idea della decostruzione del sacro.

Gli articoli sul fenomeno non hanno avuto riscontro positivo dagli utenti.Poi veniteci a dire che non c’è un’agenda contro la famiglia“, è il concetto che esprimono in molti. Una critica su cui non si può certo far finta di niente dopo averne dette di ogni su famiglia e tradizioni. Com’era? “Dio, Patria e Famiglia? Che vita di m*”.

L’analisi di Bonifacio Castellane

L’editorialista de La Verità Bonifacio Castellane ha commentato la notizia in diretta ai nostri microfoni. “Repubblica ultimamente sta cercando di motivare gli amici di Trump a non comprarla più, ma non credo bastino questi tentativi. Questa è una finestrella di Overton che è presente un po’ su varie testate di sinistra in Europa. Qui chiaramente si butta lì l’idea che la decostruzione di ogni tipo di valore, sì, è una cosa buona. Ed è una cosa buona se vuoi costruire il consumatore ideale cioè se vuoi basare l’identità delle persone unicamente sui consumi e sradicandola completamente da ogni tipo di rete sociale, rete culturale, rete valoriale. La famiglia è il primo nemico della società del consumo ideale perché la famiglia difende“.

Una teoria già vecchia, ci dice Bonifacio Castellane. “Quando insegnavo in Gran Bretagna avevo dei colleghi particolarmente woke, anche se eravamo nei primi anni del 2000, che si vantavano di non contattare i propri genitori, ma questo nel mondo anglosassone è abbastanza interiorizzato come degenerazione. La rottura dei sistemi familiari è una cosa che nel mondo anglosassone proviene già dagli anni Ottanta. Si vantavano di passare il giorno di Natale in palestra. Inutile che ci nascondiamo: il Natale ‘no contact’ è chiaramente lessico che viene dalla pandemia. E qui ci sono persone che sono nostalgiche della pandemia“.