La Lazio è in una fase delicatissima, forse la più complessa dell’intera era Lotito. Dopo vent’anni di gestione, tra rigore finanziario e risultati sportivi altalenanti, il club biancoceleste si trova oggi bloccato, penalizzato dalle nuove normative sui bilanci e con margini di manovra ridotti al minimo. La mancata qualificazione alla Champions League ha inciso pesantemente sui conti e ha fatto emergere una realtà economica che molti tifosi faticano ad accettare: senza interventi strutturali, la Lazio è destinata a restare nel limbo.

A chiarire le dinamiche alla base di questa crisi, ci ha pensato Marco Bellinazzo, giornalista esperto di economia sportiva del Sole 24 Ore, in diretta su Radio Radio Lo Sport. Con la lucidità e l’evidenza dei numeri, Bellinazzo ha tracciato i confini della situazione attuale: una società sana, ma con prospettive di crescita bloccate da fattori strutturali, assenza di Champions, mancanza di sponsor e un impianto sportivo che continua a essere solo un’utopia.

“Senza la Champions, la Lazio di Lotito non può crescere”

“Dal famoso indice di liquidità al mercato bloccato, sono mesi complicati per il club di Lotito” – ha spiegato Bellinazzo. Il giornalista ha evidenziato come, nonostante la gestione ventennale abbia prodotto “più utili che perdite”, gli ultimi bilanci hanno mostrato un netto calo: “Il bilancio precedente aveva permesso alla Lazio di raggiungere un record di fatturato, quasi 40 milioni di utili. La mancata Champions ha riportato il bilancio in rosso”.

Secondo Bellinazzo, il problema non è solo temporaneo, ma strutturale: La Lazio è un club che se non fa la Champions, oltre i 150 milioni di fatturato è difficile che vada. Sponsor, stadio, bacino d’utenza e diritti TV nazionali sono fermi”. A pesare è anche “il costo della rosa che si mangia tutti i ricavi strutturali”, tra ingaggi e ammortamenti. In altre parole, senza la Champions, la Lazio fatica perfino a mantenere l’attuale livello competitivo.

Le strade possibili: soldi, sponsor o stallo

Alla domanda su come la Lazio possa uscire da questa fase, Bellinazzo è netto: Le strade non sono tante: o Lotito immette soldi con un aumento di capitale, o si trova uno sponsor – in particolare un main sponsor – che permetta di aumentare i ricavi. L’assenza dalle coppe europee pesa anche qui, perché “la Lazio non ha una vetrina”, e quindi è meno attrattiva.

Inoltre, per rientrare nei nuovi parametri UEFA, “il rapporto tra costo della rosa e fatturato deve essere intorno al 70%”. E se non si rientra in questi limiti, il mercato resta bloccato: “Puoi acquistare solo se dimostri di coprire quelle uscite con entrate equivalenti: quindi un passo avanti, ma non sei libero”.

La variabile stadio e l’interesse estero

Bellinazzo torna anche su un altro tema cruciale: l’assenza di uno stadio di proprietà, che limita ogni potenziale crescita. Con uno stadio di qualità il fatturato può crescere del 15-20% anche nella peggiore delle ipotesi, afferma, spiegando come questo attiverebbe “un circolo virtuoso” che permetterebbe di “incassare di più, attrarre sponsor, comprare giocatori migliori e avere una presenza europea più solida”.

Infine, sulle voci di una possibile cessione del club, Bellinazzo conferma: “Ci sono state voci negli anni, ma come per tanti altri club italiani. Sono i più ambiti a livello internazionale perché hanno un buon rapporto potenzialità/prezzo”. Tuttavia, si scontra sempre con la realtà italiana: “Ti scontri con politica e burocrazia. E anche se i margini di crescita ci sono, senza interventi strutturali non si va oltre”.