Il Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier è stato uno dei primi nel 2020 a definire pubblicamente il Coronavirus come un caso di “virus artificiale“, dubitando fermamente delle versioni ufficiali che attribuivano la diffusione incidentale del virus a salti di specie (nello specifico pipistrelli).

Da due anni a questa parte la teoria di Montagnier viene definita dalla maggioranza mediatica, politica e medica come una ‘tesi fantasiosa, senza senso e senza evidenza scientifica’. Queste affermazioni le si possono leggere ovunque, a partire dai principali quotidiani attuali. Sembra però che le coscienze si stiano risvegliando e lo stesso Giorgio Palù, Presidente dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), apre significativamente alla possibilità che il Covid possa essere davvero il frutto di ben altro. Le sue parole sono state riportate da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera (Veneto).

Fabio Duranti, articolo alla mano, analizza questo cambiamento di prospettiva portando alla luce come determinate censure possano portare un danno irreparabile verso il prossimo, soprattutto quando si tratta di una figura dal calibro di Luc Montagnier, da sempre personaggio illustre nel campo della medicina: “Il Professor Montagnier mi disse personalmente di aver visto la sequenza del virus, definendolo sicuramente superficiale. Noi siamo stati boicottati, censurati, cancellati, demonetizzati per farci spegnere tutto. Noi siamo stati censurati per questo. A distanza di due anni, sul Corriere della Sera (Veneto) esce un articolo dal titolo Giorgio Palù: “Il Covid può essere uscito dai laboratori cinesi, volevano simulare una mutazione spontanea”. Nell’articolo lui spiega i motivi. Sono gli stessi che ci ha detto Montagnier due anni fa e per i quali siamo stati censurati brutalmente da quelli che si dicono democratici. In questo senso è molto complicato poi poter accettare questo tipo di pseudemocrazia.

Democrazia: il valore chiave che dovrebbe indicare libertà di espressione e rispetto verso le idee altrui. “Quella che va messa in discussione è la parola democrazia”. Così afferma in diretta lo psichiatra Alessandro Meluzzi che propone in diretta un excursus politico per smuovere la coscienza collettiva e far luce sugli atteggiamenti umani più subdoli da sempre facenti parte della nostra storia: “Quando ne parliamo di solito la nostra mente va alla Costituzione, in realtà nel fiore della democrazia di Atene, la stessa veniva governata da una minoranza ristrettissima di cittadini. Il potere, è triste dirlo, ma è sempre stato esercitato da delle élite ristrette. Poi nella storia è arrivato un momento, che situerei intorno al 1620 – 1640, della rivoluzione delle teste rotonde, quando viene tagliata la testa ai cattolici. Nel momento in cui c’è la rivoluzione inglese, il potere passa definitivamente allora, fino ad oggi, nelle mani degli stampa e presta denaro. Questo è il problema. La nostra storia nasce con la rivoluzione inglese, nel momento in cui Re e Chiesa non contano più nulla. Se noi accettiamo l’idea che comandino gli iniziati massonici che comandano le banche, abbiamo accettato un mondo che è quello in cui, con la rivoluzione inglese, russa e francese si è affermato in modo definitivo”.