La Commissione Europea sta valutando l’utilizzo dell’ETS2, cioè l’Emission Trading System 2, per imporre guarda un po’ delle nuove tasse sull’edilizia e sui trasporti. È l’Unione Europea che le vuole.

Questo sistema meraviglioso, l’ETS2, si propone di fare pagare ai fornitori di combustibili fossili delle quote di emissione per la CO2 generata dai loro profitti. Costi che poi naturalmente cadranno sui cittadini. Questi sono folli. Le aziende più sostenibili, cioè quelle più virtuose, quelle verdi, potranno vendere “crediti di emissioni”, ottenendo un vantaggio competitivo. Sono malati nella testa quelli dell’Unione Europea. Questo sistema, se approvato, entrerà in vigore nel 2027 e potrebbe, in teoria, raccogliere oltre 700 miliardi di euro entro il 2035 con l’obiettivo di coprire il deficit di bilancio dell’Unione Europea che, come sapete, viene fatto per creare delle bombe (che naturalmente fanno molto bene all’ambiente).

Ecco, sebbene la Commissione Europea ritenga questa misura necessaria, anzi doverosa, anzi far delle bombe è morale, secondo l’Unione Europea, all’interno della stessa qualcuno dice che potrebbe avere, ma guarda un po’, un impatto troppo gravoso sui cittadini. E alcune stime indicano che il prezzo delle quote della CO2 potrebbe raggiungere 149 euro a tonnellata, portando, guarda un po’, un aumento del 41% dei costi per il riscaldamento domestico, e a un incremento significativo del prezzo della benzina.

Capito perché la gente non va più in ferie?

Perché non si va più in ferie? Non si va più in ferie perché la gente non ha i soldi per spendere. E non ha i soldi per spendere perché l’Unione Europea sta aumentando le tasse. E sta aumentando le tasse per delle motivazioni di carattere morale e per dei costi che sono insostenibili, perché naturalmente noi facciamo delle battaglie ambientali che per esempio la Cina e gli Stati Uniti non fanno. Quindi voi capite che questa follia della promozione di veicoli zero emissioni, questo efficientamento energetico degli edifici poi ha un prezzo. E la gente non ha più i soldi per andare a stare sotto un ombrellone o andare in montagna. Quindi poi gli stabilimenti balneari e gli stabilimenti turistici in generale sono deserti anche nel mese d’agosto.

E allora quando la gente mi dice: “Ma lei non capisce! Negli anni ’70 e ’80 c’era l’inflazione!”. Dico: certo che c’era l’inflazione, ma c’era l’aumento del potere d’acquisto reale dei salari. Se invece è aumentata l’inflazione del 150% su alcune cose, ma i salari non sono aumentati del 150%, voi capite che il potere d’acquisto reale in 30 anni si è ridotto tantissimo. E quindi il motivo per cui la gente non va in ferie è che il potere reale è diminuito, e conseguentemente risparmia sulle spese comprimibili, come andare in vacanza.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene | Con Valerio Malvezzi