INFLAZIONE E VACANZE – Oggi parlo di un argomento che è di attualità, e cioè il tema delle vacanze. La mancanza delle ferie per molti italiani è causata principalmente da una perdita del potere d’acquisto, dovuta all’aumento delle spese obbligatorie. Un’analisi di Confcommercio ha rilevato che queste spese, che includono abitazione, energia e alimentazione, sono aumentate enormemente negli ultimi 30 anni. Nel 2025, su una spesa annua pro capite media di circa 22.000 euro, circa 9.300 euro sono assorbiti da costi incomprimibili, cioè che non si possono togliere.

Vacanze, un’inflazione che colpisce dove fa più male

Dal 1995 al 2025, cioè negli ultimi 30 anni, l’indice dei prezzi per questi beni e servizi essenziali è cresciuto del 132%, più del doppio rispetto ai beni commercializzabili, che sono saliti del 55%. Vuol dire che l’inflazione, come ve la raccontano, è diversa da quella che poi è reale. I prezzi, negli ultimi 30 anni, sono aumentati del 132% sui servizi essenziali, e solo del 55% sui beni commerciali. L’energia, per esempio, ha visto un incremento del 178%. E allora voi capite che, come in un’impresa, questo squilibrio ha spostato le risorse economiche dai consumi liberi discrezionali. Voi capite che, nelle famiglie, questo ha spostato – per esempio – le spese che si possono togliere, come il turismo, le ferie, le vacanze. E questo è stato necessario per pagare le spese incomprimibili.

Un sistema economico da rivedere

Le conseguenze sono evidenti. Nel 2025, circa 9 milioni di italiani hanno rinunciato alle vacanze per ragioni economiche, optando per una vacanza “mordi e fuggi”, vicino a casa. Il presidente della Confcommercio ha sottolineato l’urgenza di intervenire su tariffe e fiscalità, per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e rilanciare l’economia. Ma voi capite che queste sono visioni di breve termine. Quello che bisogna fare è prendere atto del fatto che l’economia capitalistica, e soprattutto quella versione dell’Unione Europea, è folle. E a chi mi dice: “Ma durante la lira c’era l’inflazione?”, io rispondo: “Durante la lira si facevano le vacanze”. E questo è indiscutibile. E si facevano le vacanze non perché i prezzi degli ombrelloni erano più bassi, ma perché c’era più denaro per poterli pagare.