In questi giorni leggiamo che l’Ucraina si è ritirata dalla Convenzione di Ottawa, che prevede il divieto d’impiego di mine antiuomo.

Il ritorno alla barbarie

Dunque, il guitto di Kiev, l’attore nato con la N maiuscola Zelensky, prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, torna alla possibilità dell’impiego di mine antiuomo nella sua scellerata guerra contro la Russia di Putin. Guerra che, come non mi stanco di ribadire ad nauseam, è in realtà il conflitto che l’Occidente, anzi l’Uccidente, sta conducendo spietatamente contro la Russia, impiegando l’Ucraina del guitto di Kiev semplicemente come instrumentum belli, come testa d’ariete, con l’obiettivo inconfessabile di far cadere la Russia e di normalizzarla in senso atlantista.

Il sogno occidentale

È il vecchio sogno che Washington accarezza fin dagli anni ’90, dopo la perestrojka ignobile di Gorbaciov e dopo il governo surreale di Yeltsin. Che dire allora del guitto di Kiev e dell’Ucraina, che vengono continuamente, a reti unificate, celebrati dai giornali più letti e soprattutto più venduti, come il paradiso della libertà e della democrazia, dei diritti e dei sacri valori dell’Occidente, secondo la ben nota roboante espressione?

Mine e valori

Le mine antiuomo rientrano dunque in questo panteon di valori sempre osannati? Si aggiunge quindi un tassello non trascurabile all’operato del guitto di Kiev, il quale, a proposito di democrazia e di libertà, ha limitato i partiti d’opposizione, ha imposto il canale unico televisivo, ha perseguitato la Chiesa ortodossa e, dulcis in fundo, ha reintrodotto la possibilità dell’impiego delle mine antiuomo. Queste ultime, non v’è dubbio, rappresentano l’apice e il non plus ultra della barbarie.

L’Uccidente e la propaganda

Dovrebbero essere bandite ubiquitariamente e invece l’Ucraina fa marcia indietro e torna alla possibilità di impiegarle. Con ciò, l’Ucraina del guitto di Kiev rivela realmente la propria essenza. Lungi dall’essere il regno della libertà e della democrazia, come sempre ripetono gli araldi del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto, l’Ucraina del guitto di Kiev figura come un’oasi di barbarie, funzionale all’imperialismo di Washington e alla sua libido dominante planetaria. E che dire poi dell’Uccidente, che continua a supportare e a celebrare l’Ucraina, spingendosi perfino a nobilitare l’inqualificabile battaglione Azov, composto da neonazisti, che i giornali più letti hanno recentemente identificato con una conventicola di lettori della Critica della ragion pratica di Kant?
Insomma, una volta di più, l’Occidente, anzi l’Uccidente, si conferma il regno della propaganda e della menzogna.