Ancora una volta, Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, spariglia le carte della narrazione occidentale, definita qui come ridicola e manicomiale, in particolare quella dell’Uccidente liberale atlantista. Mi spingo oltre e affermo che Putin ha inflitto un vero e proprio schiaffo morale alla propaganda occidentale. È infatti notizia recente che il presidente russo ha deciso di ribattezzare Stalingrad l’aeroporto di Volgograd, e in tale contesto è stata celebrata la figura di Stalin come eroe nazionale.
Narrazione occidentale e delegittimazione
Crolla dunque, come era prevedibile, la patetica narrazione occidentale secondo cui Putin sarebbe un novello Hitler. Una narrazione funzionale, come ormai sanno anche le pietre, alla delegittimazione dell’avversario e alla possibile giustificazione di azioni estreme, come nuove Hiroshima e Nagasaki. Questo è, in sintesi, il ruolo della reductio ad Hitlerum, concetto descritto dal filosofo Leo Strauss: ridurre l’oppositore a una caricatura hitleriana per renderlo moralmente e politicamente inaccettabile.
Azov, la propaganda e la memoria storica
In realtà, è l’Occidente a sostenere in Ucraina il battaglione neonazista Azov, mentre Putin lo combatte fermamente, proseguendo così l’eredità sovietica di opposizione al nazismo. È bene ricordarlo a beneficio di chi ancora si lascia fuorviare dalla propaganda liberale, diffusa da professionisti della manipolazione. Auschwitz fu liberata dai sovietici, non dagli americani, contrariamente a quanto raccontano le produzioni hollywoodiane, descritte qui come capolavori di ideologia e propaganda atlantista.
Identità, sovranità e revisionismo storico
I sovietici non piazzarono basi militari in tutta Europa come invece fecero gli americani, che agirono più da occupanti che da liberatori. La strategia di Putin appare chiara: consapevole dell’impossibilità di rilanciare il socialismo dopo il 1989, egli punta oggi su identità nazionale, religione ortodossa e sovranità per resistere al turbo-capitalismo americano-centrico. Putin considera la Russia la continuazione storica dell’Unione Sovietica e della sua resistenza all’imperialismo. Celebre la sua frase: “Chi non rimpiange l’URSS non ha cuore, chi la vuole ripristinare così com’era non ha cervello.”
Contro la leggenda nera di Stalin, si consiglia la lettura del saggio di Domenico Losurdo, che rivaluta il ruolo fondamentale dell’URSS nella liberazione dal nazismo. Tutto ciò, senza negare gli errori storici di Stalin, ma per offrire una lettura ermeneutica più onesta. Dunque, se si vuole davvero attribuire la categoria di nazismo, essa non va certo riferita alla Russia di Putin, ma piuttosto all’ipocrisia dell’Uccidente, che oggi propone persino di equiparare legalmente comunismo e nazismo nell’Unione Europea.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro