La morte di Papa Francesco ha rivelato, più che la grandezza dell’evento, la piccolezza del racconto mediatico che lo ha circondato. A denunciarlo sono voci fuori dal coro come Alberto Contri e Fabio Duranti, che criticano apertamente l’atteggiamento dei media. “Si è trasformato un momento di lutto in una narrazione costruita sull’ego del giornalista, non sulla notizia”, ha osservato Contri, ricordando la scena surreale di una conduttrice che, con “pause interminabili e tono sofferente”, sembrava annunciare l’eliminazione da un reality show più che la scomparsa del Pontefice.
Un altro punto critico sollevato è l’uso disinvolto dell’intelligenza artificiale da parte delle agenzie di stampa. “Oggi leggiamo titoli assurdi come ‘l’intelligenza artificiale prevede il nuovo Papa’, quando sappiamo che una macchina non può essere intelligente”, ha attaccato Duranti. “Chi vi parla di intelligenza artificiale vi sta prendendo in giro — ha aggiunto senza mezzi termini —, è sempre l’uomo che programma le macchine secondo le sue ideologie”. Contri ha rincarato la dose: “L’intelligenza artificiale non fa altro che riportare la stupidità naturale: non c’è previsione, solo una replica delle informazioni pompate dai media”.
Dietro alla spettacolarizzazione e alla mistificazione tecnologica si cela, secondo i due, un disegno più ampio: quello dell’ipocrisia sistemica che domina il discorso pubblico. “Viviamo nell’era dell’ipocrisia — ha detto Contri — dove chi fino a ieri criticava il Papa, oggi lo osanna come uomo di pace”. Duranti ha concluso con un invito al pubblico: “Accendete il cervello. Quando vi raccontano favole sulla tecnologia neutrale, ricordate: dietro ogni macchina c’è sempre l’uomo, con i suoi interessi e le sue manipolazioni”.