C’è un dato sulla cristianità in Germania che dovrebbe preoccuparci (e non poco)

Leggiamo che, per la prima volta in Germania, le persone senza confessione religiosa hanno numericamente superato i cristiani. Si tratta di un dato non trascurabile, che tuttavia non deve destare meraviglia.

Secondo quanto abbiamo mostrato nel nostro libro La fine del cristianesimo, la civiltà della tecnica e del turbocapitale propizia strutturalmente l’evaporazione del sacro e la sdivinizzazione del mondo. Nella realtà della tecnica, infatti, tutto deve semplicemente funzionare e l’ente, in quanto tale e senza eccezioni, deve figurare come disponibile e utilizzabile in nome della volontà di potenza illimitatamente autopotenziantesi. Il sacro è, per definizione, l’indisponibile: ciò che non può essere venduto, utilizzato, manipolato e messo a profitto.

Per questo, nella civiltà della tecnica, in cui tutto è in vendita ed è utilizzabile, nulla può esservi di sacro. L’idea stessa di un Dio trascendente, padre di tutto e di tutti, non può sopravvivere nell’odierna società alienata e senza padri, in cui l’unico dio viene identificato con il mercato planetario. La lotta della deregolamentazione turbocapitalistica contro il padre e contro la legge trova allora, nella battaglia contro il Padre Eterno, il proprio fondamento ultimo.

La religione della trascendenza, come non ci stanchiamo di sottolineare, rappresenta un elemento dialettico. Infatti, per un verso può giustificare i rapporti di forza e le asimmetrie; ma per un altro verso può diventare motore della trasformazione del mondo nel nome della giustizia divina, sul modello di Gesù che caccia i mercanti dal Tempio.

Un mondo senza sacro e senza trascendenza annulla questo elemento dialettico e trasforma il mondo dato — con le sue asimmetrie, storture e ingiustizie — in una semplice realtà da accertare scientificamente e da accettare politicamente. Così si spiega, in sintesi, la ragione per cui il turbocapitalismo, che un tempo si servì della religione come instrumentum regni per giustificare il proprio dominio, oggi non ne ha più alcun bisogno. Anzi, opera in ogni modo per liquidare ogni residua figura del sacro e del trascendente.

I tanti “godbusters” contemporanei si illudono che la loro lotta contro Dio e contro la religione sia progressista ed emancipativa, come poteva esserlo ai tempi di Feuerbach o, prima ancora, di Voltaire. Ma in realtà, nelle condizioni date, tale lotta favorisce soltanto la marcia del capitale e della tecnica, che sempre più si stanno impadronendo della nostra vita, trasformando tutto e tutti in merce disponibile, in semplici enti utilizzabili e manipolabili in nome della volontà di potenza. Sì, la civiltà contemporanea ha smesso di credere al Dio del cielo per consegnarsi alla fede nichilistica nel dio del mercato.

Per dirla con Max Weber, nel mondo della reificazione contemporanea, disincantamento e reincantamento coesistono dialetticamente ed esprimono in maniera adamantina l’essenza dell’odierna civiltà, che ha innalzato il nulla a proprio orizzonte esclusivo. Ed è secondo questa chiave ermeneutica che devono allora essere interpretati i dati provenienti dalla Germania: l’avanzata dell’agnosticismo rappresenta l’avanzata del nulla della civiltà tecnocapitalistica e, insieme, l’evaporazione del sacro, funzionale alla dominazione integrale del mondo da parte del tecnocapitale.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro