L’attacco americano al territorio russo ha posto le basi per un conflitto mondiale

Racconta Stefan Zweig che il 14 luglio del 1789 il re Luigi XVI scriveva nel suo diario una sola parola, rien, cioè niente. Intendeva dire che quel giorno la sua battuta di caccia era andata davvero male e non aveva cacciato letteralmente nulla.
L’appunto preso sul diario lascia intendere che il re si aspettava che tutto comunque dovesse procedere normalmente come prima. Come sappiamo le cose andarono poi in maniera lievemente diversa. Non ci troviamo oggi forse in una situazione per certi versi analoga a quella in cui si trovava Re Luigi? Quello che sta accadendo in questi giorni è un rivolgimento di portata epocale.
Infatti, con l’attacco americano al territorio russo, si sono poste di fatto le basi reali per la guerra mondiale. Ma giornali, radio e tv parlano ovviamente d’altro, come se nulla stesse accadendo, come se le priorità assolute fossero le partite di tennis o la vita di coppia di influencer dalla vuota profondità. Rien, niente.

Questo sembra essere, ancora una volta, il lemma registrato sul diario di bordo del nostro presente. Eppure non si può non avvertire come qualcosa di grande e di terribile stia capitando sulla scena del mondo. Ogni giorno di più la possibilità di una guerra mondiale si profila all’orizzonte, mentre l’opinione pubblica, nella massima parte, si trova esattamente nella condizione di Re Luigi quando scriveva Rien sul suo diario. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, come gli zelanti organizzatori del Consenso della Civiltà dei Mercati a trazione atlantista vanno ripetendo senza posa dal febbraio del 2022. contro questa narrazione tutta di parte, questa è la guerra degli Stati Uniti d’America contro la Russia.

La Russia infatti è colpevole con Putin, agli occhi della civiltà del hamburger, di non genuflettersi all’imperialismo di Washington e anzi di opporre resistenza e di porre in essere le condizioni reali per un mondo multipolare. Per questo oggi abbiamo bisogno di una Cina e di una Russia forti, sovrane e resistenti a Washington. Finora Washington ha combattuto per procura, utilizzando l’Ucraina del guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, come fantoccio in funzione antirussa.
Ma ora che il guitto sembra giunto a fine corsa, ecco che la tremenda aquila a stelle strisce si prepara a entrare direttamente nel conflitto. Già l’Ucraina sta utilizzando le armi NATO contro la Russia, e Kiev ha precisato nei giorni scorsi che si stanno già preparando corridoi terrestri per favorire l’ingresso di truppe americane nel conflitto. Siamo davvero sicuri allora di poter scrivere Rien nel nostro diario quotidiano? Non siamo forse davvero al cospetto di un rivolgimento grande e terribile in grado di cambiare per sempre la nostra storia? Sono considerazioni necessarie queste che dobbiamo fare, ben sapendo che nulla vi è di più difficile che comprendere la storia mentre essa sta accadendo, fare cioè storia dell’attualità, ontologia del tempo presente. Eppure questo è più che mai oggi il nostro compito.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro