Le donne delle stragi, l’altro lato del periodo stragista ▷ L’intervista a Massimiliano Giannantoni

Le donne delle stragi” dello storico editore Chiarelettere, è in libreria dal 24 Aprile. Autore il giornalista Max Giannantoni con la collaborazione del criminologo Federico Carbone. Di cosa parla questo libro?

Le donne delle stragi racconta 32 anni di indagini di un filone investigativo parallelo a quello legato agli attentati commessi da Cosa Nostra nel biennio 92-93. Una lunga scia di sangue partita dalla Strage di Capaci, dove morirono, Falcone, la moglie e la sua scorta e terminata un anno dopo, con gli attentati di Roma e Milano. Quelle azioni criminali sono state attribuite alla Mafia palermitana guidata da Totò Riina. Ci sono state delle sentenze di condanna ma non tutto è stato appurato. In particolare non si è ancora riusciti a dare una risposta ad alcune evidenze investigative che hanno dimostrato che i picciotti di “Totò u curtu” non agirono da soli. Per esempio, a chi appartiene il DNA femminile ritrovato sui guanti, una torcia e alcune batterie, ritrovato a una sessantina di metri dal cratere lasciato dalla deflagrazione del tritolo di Capaci? Ed ancora, chi sono le donne bionde viste prima degli attentati del ’93 a Roma in Via Fauro e a Milano in Via Palestro? Ed infine chi è la donna bruna vista caricare un pesante sacco sul fiorino che poi esplose in Via dei Georgofili a Firenze?

Queste donne appartengono alla Mafia?

No, queste donne non appartengono a nessuna famiglia mafiosa. Cosa Nostra tradizionalmente non ha mai utilizzato donne nelle sue azioni criminali. Ci sono esempi di donne che gestiscono i Clan, come Ninetta Bagarella, ma non che abbiano fatto parte di gruppi di fuoco.

Ma allora chi sono queste donne e perché si trovano nei luoghi degli attentati?

Negli ultimi 30 anni, le Procure di Caltanissetta, Palermo, Roma e Firenze hanno indagato proprio su questo mistero. I Magistrati Donadio, Scarpinato, Di Matteo, Macrì e per ultimo Tescaroli, hanno cercato di dare delle risposte. Le Procure hanno individuato diversi profili femminili, appartenenti a strutture come Gladio, alla criminalità e soprattutto all’estrema destra, che potrebbero aver partecipato a quegli attentati. Nel libro racconto chi sono queste donne, perché sono state intercettate, pedinate e in parte interrogate. Perché è stato fatto loro il DNA per compararlo a quello trovato a Capaci. Infine si spiega perché le loro posizioni sono state archiviate e perché invece una di loro (Rosa Belotti) è stata indagata per la Strage di Via Palestro a Milano.

Queste donne non sono state tutte individuate. Nel libro tu parli di Rosa Scaramuzzino, killer della Ndrangheta, che non è mai stata trovata

E’ vero. Rosa Scaramuzzino è un personaggio inquietante. Ne parlano pentiti di Mafia, investigatori, ne parla soprattutto il suo ex compagno che fece addirittura un appello in Tv per dissuaderla nella sua attività criminale (poi però venne ucciso mentre dormiva). Per le nostre Forze dell’Ordine però Rosa Scaramuzzino non esiste, non la hanno mai trovata. E se questo non è un mistero!

A proposito di misteri. Nel libro queste donne hanno un collegamento diretto o indiretto con un personaggio inquietante, quel Giovanni Aiello detto Faccia da Mostro, indagato dalle Procure di mezza Italia per attentati, stragi e omicidi

E’ vero. Una parte di questi personaggi femminili avrebbe avuto a che fare con Giovanni Aiello. Nel libro raccontiamo le connessioni tra queste donne e Faccia da Mostro ma non solo, nella parte finale de Le donne delle stragi, raccontiamo il giallo delle ultime ore di vita di Giovanni Aiello, scomparso nell’agosto del 1997 a causa di un infarto. Aiello era sotto processo per la morte del poliziotto Nino Agostino (Carini 1989) ed era da poco stato riconosciuto dal padre dell’agente deceduto, durante una udienza del processo.