Gli esempi che fanno capire quanto Israele può fare tutto quello che vuole

Ormai l’abbiamo capito già da tempo, è un principio che dovrebbe essere assodato e noto universalmente: alla politica di Israele tutto è permesso.
Israele può letteralmente fare quel che vuole senza dover rendere conto di niente a nessuno. Può colpire senza pietà il popolo di Gaza, ad esempio, come sta facendo dall’ottobre del 2023, dopo l’orrendo attentato subito da parte di Hamas. Può colpire senza pietà il popolo di Gaza definendo l’aggressione una estrinsecazione del proprio diritto di difendersi. Ma Israele può anche bombardare uno stato sovrano come la Siria, come ha fatto nei giorni scorsi. E può, bombardando la Siria, colpire l’ambasciata iraniana, cagionando anche la morte di un comandante dei Pasdaran. Anche questo è accaduto nei giorni scorsi. L’abbiamo appreso con sgomento. Israele può perfino colpire le ONG che portano aiuti a Gaza.

È successo realmente nei giorni scorsi: Israele ha parlato di danni collaterali e di effetti non previsti, anche se alcuni operatori delle ONG hanno detto in maniera contrastante che Israele ha colpito miratamente proprio le ONG. Insomma, domandiamo in maniera non retorica, vi è qualcosa che sia proibito a Israele e alle sue politiche imperialistiche? Parrebbe proprio di no.

D’altro canto, il sempre evocato diritto di Israele di difendersi comporta, a quanto pare, la possibilità per Israele di fare letteralmente tutto quel che vuole, sempre giustificandolo come gesto difensivo. Israele può bombardare ad libitum perché, così viene spiegato, sta combattendo contro il terrorismo di Hamas e dunque sta combattendo per il bene di tutti noi. E poco importa se le bombe di Israele colpiscono i civili, le donne, i bambini e gli anziani, o le ambasciate, come nel caso dell’Iran, o le ONG e non i terroristi.

Il messaggio è sempre il medesimo, la guerra è contro i terroristi e se vengono colpiti i civili si tratta di pur deplorevoli effetti collaterali. L’ordine discorsivo dominante, va riconosciuto, è riuscito nell’ardua impresa di far passare un’idea: l‘idea secondo cui esistono bombe intelligenti e umanitarie.

Bombe a fin di bene dunque, anche se le vittime sono puntualmente i civili. La cosa più stupefacente è che questo venga fatto e insieme che vi siano persone disposte ad accettarlo. Come sempre, l’ordine dominante produce a un solo parto l’intollerabile e soggetti disposti a tollerarlo, anzi felici di farlo, con stolta letizia e con ebete euforia.

D’altro canto, nei giorni scorsi Israele ha fatto sapere che non intravede all’orizzonte la possibilità di un accordo. Che è poi un altro modo per dire, nemmeno troppo larvatamente, nemmeno troppo obliquamente, che seguirà nelle sue politiche di aggressione a documento di Gaza, di bombardamento umanitario dei civili, di aggressione missilistica, ma sempre con missili democratici, contro tutti coloro i quali per una via o per un’altra non siano disposti ad accettare il diritto di Israele di fare ciò che vuole. e, come sempre, le vittime continueranno a essere definite danni collaterali rispetto a una guerra che viene celebrata come la guerra giusta del bene contro il male, di chi è stato aggredito e ha diritto di difendersi e poco importa se quel difendersi debba in realtà essere tradotto con aggredire spietatamente anche i civili.