Victoria Nuland si dimette; è rottura tra Germania e Russia ▷ Il commento dell’Ex Ambasciatrice Elena Basile

L’influsso degli Stati Uniti nella politica estera ha visto mutare drasticamente gli equilibri del nostro Paese. La data che segna l’inizio della sudditanza dell’Italia nei confronti della bandiera a stelle e strisce è l’8 settembre 1943, in cui stringemmo irreversibilmente il patto con gli Alleati. Un’influenza invisibile quella degli Stati Uniti che si è palesata con l’influsso dell’americano sulla lingua italiana, dal modo di vestire, a quello di mangiare. Loro, gli Stati Uniti, che hanno salvato l’Italia dai nazisti e a cui oggi più che mai dobbiamo essere debitori. L’impero statunitense ha però sempre dominato sul mondo e ha sempre cercato di debellare ogni possibile intralcio al suo welfare. La politica estera degli Usa è una crociata dell’Europa contro i nemici statunitensi, tra cui Russia, Germania, Iran e Cina. Una crociata di cui ogni stato europeo fa parte e a cui non si può sottrarre. Una battaglia che si sta combattendo anche oggi, sul confine ucraino e Gaza ma in cui sono coinvolti anche gli USA.

Queste e altre dinamiche di politica internazionale sono state trattate anche dalla scrittrice e già ambasciatrice dell’Italia in Belgio. La sua opera dal titolo: “Occidente, il nemico permanente” è stata pubblicata da PaperFirst e racconta l’egemonia invisibile degli USA di cui noi Europei siamo vittime. Il libro è diviso in due blocchi, il primo parla della guerra tra Russia e Ucraina mentre il secondo del conflitto israelopalestinese.
Oggi però Francesco Borgonovo le ha chiesto un parere sia su Victoria Nuland che sulla rottura tra Germania e Russia.

Su Victoria Nuland

“Ho appena appreso che Victoria Nuland l’artefice della politica americana in Ucraina, si è dimessa. Lei era l’autorità statunitense che marciava nelle manifestazioni che poi hanno portato al colpo di stato a Kiev nel 2014. Lei, che mentre l’Ambasciatore americano le illustrava la posizione molto più prudente dell’Europa, rispose: “Fuck Europe” e ora, si dimette. A me sembra che queste scissioni siano emblematiche del fallimento di una politica statunitense. La cosa assurda è che l’Europa, che è la vittima di questa guerra, continua a inviare munizioni e aiuti all’Ucraina. Stiamo devastando un Paese ed uccidendo una generazione di giovani che scappano terrorizzati da questa guerra perché non sono in grado di affrontarla. Questa è l’eroica resistenza ucraina che celebrano i nostri editorialisti: si va al fronte senza alcun addestramento e si muore“.

“L’imperialismo” russo

La Russia ha un tasso demografico calante in una superfice immensa, già solo questo dovrebbe dare il senso dell’impossibilità di un espansione russa. La Russia ha stanziato 120.000 uomini quando è iniziata questa guerra contro l’Ucraina, se avesse voluto marciare verso l’Europa avrebbe sicuramente preparato delle truppe più numerose. Questa propaganda che dobbiamo continuare a distruggere l’Ucraina per difendere la libertà dell’Occidente, che è minacciato da un invasore paragonato a Hitler che vuole conquistare l’Europa, non è basato su nessuna prova”.

Ci USAno bene

I democratici hanno la capacità di rivestire di alibi religiosi e moralistici, le strategie della politica di potenza e di interesse geo-strategico degli Stati Uniti. Gli Usa con questa guerra hanno guadagnato tantissimo, nelle armi e nell’energia e hanno raggiunto l’obiettivo di separare la Germania e quindi l’Europa, dalla Russia. Nel 1997 Brzezinski politico statunitense, si chiedeva come avrebbero fatto gli USA, nonostante la fine del Comunismo, a far sì che l’Europa potesse rimanere vassalla degli Stati Uniti. Il timore statunitense infatti era la riunificazione dell’Europa con la Russia. Visto che non esisteva più il pretesto ideologico del Comunismo, Brzezinski fu uno dei primi ad immaginare un accerchiamento della Russia tramite l’Ucraina. In questo modo una riunificazione euro-asiatica sarebbe stata impossibile. Infatti gli USA sono riusciti a prendere l’Ucraina alla Russia: chapeau per gli interessi americani“.

La scacchiera geopolitica sembra essere stata quindi sempre in mano degli Stati Uniti. Ma è stato sempre cosi?

“Fino al 2014 in ambito Nato e europeo c’era una dialettica: l’Europa continentale e mediterranea cercavano di difendere i nostri interessi. I paesi fondatori lottavano per un’Europa differente che voleva difendere i propri interessi. Ora, l’Europa continentale non esiste più: la guerra in Ucraina ha determinato l’asse Londra, Varsavia e Kiev, pilotato dagli Stati Uniti. La Germania si è vista sabotare i gasdotti che erano il centro della sua politica energetica, perché ha dovuto fare le spese della guerra russa-ucraina, ma non reagisce. Secondo Todd ci potrebbe essere un potere ricattatorio della National Security Agency statunitense nei confronti delle elitè europee, ovvero una tracciabilità via internet dei movimenti dei fondi europei.
In questo modo si spiegherebbe come mai anche la Germania sia oggi in ginocchio degli Usa. L’egemonia degli Stati Uniti è evidente anche in Italia: se prima la Meloni faceva campagna per Trump, ora viene baciata in fronte da Biden“.