Green Pass Globale: ciò che è accaduto una volta, può accadere di nuovo

Come sappiamo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, sta mettendo a punto l’idea di un Green Pass globale, o se preferite un’infame tessera verde universale, che probabilmente sarà impiegata come passaporto per muoversi da un paese all’altro. Non soltanto si tratta di una misura repressiva di controllo, che rende la libertà una libertà autorizzata e dunque concessa di volta in volta dal potere. Torna anche a farsi chiaramente sentire la questione discussa, la vexata quaestio, dei problemi legati ai danni da vaccino, proprio mentre l’OMS introduce il Green Pass: è bene tornare a ragionare anche di questo tema controverso.

Se certo è un’esagerazione quella di chi paragona in maniera iperbolica il vaccino al veleno per topi, ugualmente è un’iperbole, fingere che non esistano i danni da vaccino. Purtroppo esistono e non debbono essere trascurati. A proposito dei danni da reazioni avverse al vaccino per il Covid, sono previsti, come sappiamo, indennizzi dallo Stato nel Decreto Sostegni: 50 milioni per il 2022 e 100 milioni per il 2023.

In particolare il Comma 1 bis del Decreto Sostegni bis lo prevede apertamente. Qui però si pone un problema di non poco conto, un dettaglio non trascurabile. E come già scriveva Goethe: “Il diavolo si nasconde nel dettaglio”.

Infatti il risarcimento prevede che i danni siano cagionati da vaccini obbligatori per i quali il soggetto in qualche modo ha riportato effetti collaterali essendo stato costretto dallo Stato a vaccinarsi. Ora, il problema sta tutto nel fatto che l’obbligo di vaccinazione in relazione al Covid, come sappiamo, fu imposto a certe categorie e a certe fasce di età. La massima parte dei cittadini italiani fu invece costretta a vaccinarsi non tramite l’obbligo diretto, ma tramite il ricatto subdolo dell’infame tessera verde, o Green Pass che dir si voglia.

In sostanza, l’obbligo c’era nella sostanza, ma non nella forma, da che il cittadino poteva certo scegliere formalmente di non vaccinarsi, con ciò stesso privandosi dell’infame tessera verde e quindi della possibilità di lavorare, di avere una vita pubblica e sostanzialmente di vivere. Detto altrimenti, era, nella sostanza, costretto a vaccinarsi, ma nella forma era libero di non farlo. Questo ci permette di dire, come più volte abbiamo sottolineato, che il ricatto subdolo dell’infame tessera verde fu, se mai è possibile, perfino peggiore dell’obbligo della vaccinazione, da che il ricatto dell’infame tessera verde fu un obbligo mascherato.

Di conseguenza se il cittadino ha riportato dei danni da vaccino, non può teoricamente essere risarcito perché nella forma non si dava l’obbligo vaccinale e dunque nella forma fu “libero” di scegliere se vaccinarsi o meno anche se come ricordato nella sostanza libero non era. Proprio questo è il punto più controverso della questione sulla quale bisogna continuare a riflettere: poiché chi dimentica è complice, come amo spesso ripetere.

Quello che abbiamo sperimentato in questi tre anni è qualcosa che non dovrà mai essere dimenticato e che, di più, potrà tornare sempre di nuovo a realizzarsi. Proprio questo è il fabula docet che traiamo dalla vicenda. Per inciso, in questo marzo 2024 ricorrono i quattro anni esatti da quando subentrò lo stato d’emergenza con i confinamenti domiciliari coatti.

Ebbene, ciò che è accaduto una volta, ricordiamolo sempre, potrà tornare nuovamente ad accadere.

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