Ipocrisia made in Italy su Navalny ▷ “Prima di fare la morale alla Russia, guardiamo in casa nostra”

La morte del politico e attivista Aleksej Navalny storico oppositore di Putin ha suscitato molto clamore. Il dissidente é morto in una prigione di massima sicurezza quasi impossibile da raggiungere e in prossimità del Circolo polare artico. Il decesso di Navalny si é verificato dopo la visita degli 007 russi e le telecamere della prigione si sono disconnesse subito dopo. Sono diverse le opinioni secondo cui la morte dell’oppositore sarebbe da attribuire a Putin.

Molti condannano la condizione delle carceri russe definendole addirittura come dei gulag oppure lager“, ma sono in realtà strutture molto diverse da quelle delle carceri di massima sicurezza. Secondo Francesco Borgonovo, per quanto le condizioni delle prigioni in Russia possano essere terribili, é ben più grave la posizione di un governo che tiene gli oppositori in carcere. Un trattamento nei confronti del detenuto che in un sistema politico liberal-democratico, non dovrebbe verificarsi.

“Inoltre Navalny non aveva posizioni democratiche quanto abbastanza ultranazionalistedice Borgonovo “quindi farne un eroe della libertà e dell’democrazia, è un po’ complicato..”.

“Mi piacerebbe che tutti i giornali che oggi si sdegnano per Navalni per le botte a telecamere spente, i calvari, la situazione durissima dentro le carceri, sono cose che avvengono quotidianamente anche nelle carceri italiane” dice Borgonovo. In effetti per record di violenze le carceri italiane non sono da meno e in media si verifica un suicidio ogni 60 ore. Dall’inizio dell’anno sono già state 20 le persone che si sono tolte la vita.

“Abbiamo visto le violenze terribili a Reggio Emilia e abbiamo una situazione per la quale le guardie carcerarie sono sotto personale, quindi se vogliamo parlare di civiltà, prima di fare sempre la morale agli altri, forse dovremmo guardare prima in casa nostra” dice Borgonovo “non solo a noi italiani ma anche a tutto l’Occidente e pensare ad esempio a Julian Assange, sul modo in cui viene tenuto in carcere” continua Borgonovo “per aver svelato segreti che forse meritavano di essere saputi”.

Un problema che quindi non é solo della Russia ma di tutto il mondo. Secondo Borgonovo l’usanza italiana sarebbe quella di guardare ai martiri che fanno comodo al Paese, per ripulirsi la coscienza. “Mi pare che ci sia sempre una doppia morale, per cui alla fine della fiera noi siamo sempre più buoni, combattiamo per la libertà e la democrazia contro i cattivi che imprigionano gli oppositori che hanno i gulag e che uccidono la gente” dice Borgonovo.

In realtà in Italia lo stato delle carceri é tremendo, e proprio in queste ore si sta discutendo per approvare una nuova proposta di legge a firma di Roberto Giacchetti e Italia Viva per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri. La proposta prevede di allargare i permessi, e di far uscire dalle carceri i detenuti che hanno commesso reati minori.