L’altra faccia della notiziona ISTAT sull’inflazione: l’ennesima sconfitta mascherata da grande vittoria

Nel leggere l’anno passato, il 2023, nel disegnare questo pittoresco scenario economico, l’Istat ci delizia con una notizia: l’inflazione media sarebbe cresciuta soltanto del 5,7%. E questo fatto ci viene presentato come una grande vittoria. Ovviamente ignorando che l’anno precedente, cioè il 2022, i prezzi aumentarono con una ferocia di un branco di leoni affamati, segnando un festoso più 8,1% come dato anno. Ecco perché nel 2023 abbiamo avuto, tra virgolette, solo un 5,7%.

Il merito a quanto pare sarebbe da ricondurre al venire meno delle tensioni sui prezzi dei consumi energetici, dei beni energetici. Ma questo sarebbe un fenomeno insomma tanto raro quanto vedere un asino volare. Andiamo a chiedere veramente che cosa ne pensa la gente per la strada quando va in un ristorante o quando deve pagare le bollette. Questo sarebbe interessante. E soprattutto andiamo a vedere cosa è successo ai costi dei generi alimentari. Io ve lo dissi anni fa, vi ricordate quando 3-4 anni fa vi dicevo attenzione che esploderanno i prezzi dei generi alimentari eccetera e poi non scenderanno più.

Chiunque come me gira, vai in un ristorante, in una pizzeria, in un posto comune, una trattoria, Vi rendete conto di quello che è successo? Perché i costi alimentari sono esplosi, sono esplosi con un balzo anno del più 9,8% e allora davvero possiamo rallegrarci dell’abbassamento dei prezzi energetici che scendono anche qui. Ma che senso ha? Più 50,9% nel 2022, più 1,2% nel 2023. Ma ha senso secondo voi tutto questo? Ecco, l’inflazione di fondo alla fine è l’unica cosa che conta davvero, complessivamente si attesta attorno a circa il 5,1%, quando a dicembre l’indice dei prezzi al consumo, uno dei mesi nei quali si dovrebbe consumare di più, ci sono le feste eccetera, segna soltanto lo 0,6% su base annua e allora sembra quasi che noi dobbiamo inaugurare una statua a questo evento del fatto che fortunatamente i prezzi crescono meno e sembrerebbe che ci sia un effetto positivo cioè che l’effetto di discesa dei prezzi energetici ci farebbe sperare di poter comprare un barile di petrolio al supermercato.

Ecco, siamo in una situazione veramente confusa, una situazione veramente sfuggita di controllo. I legislatori politici non si rendono conto che dobbiamo dare calma, certezza e soprattutto speranza vera all’economia reale, perché è l’economia reale che poi dà da mangiare alle famiglie, non alla finanza.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene