Forse, sul filo della cautela – se non proprio paura – che attenua la ricerca dell’episodio decisivo, alla fine questo derby incanalarsi verso il pareggio, che però scontenterebbe tutti, a cominciare dai tifosi e contribuirebbe alla sostanziale mediocrità di classifica che accomuna Lazio e Roma con i loro sedici e diciassette punti rispettivamente, ai quali fanno da “cornice”, in alto e in basso, Bologna e Frosinone. 

Un ragionamento più superficiale, porterebbe dunque dritto per dritto verso la logica secondo la quale i due feriti sono meglio di un morto; uno più approfondito, anche in questo caso con l’occhio ai gradini della classifica posti appena più in alto, non può che farci concludere invece che tanto Sarri quanto Mourinho questo derby dovrebbero fare di tutto per tentare di vincerlo, con il benefit della rivalità cittadina da volgere a proprio favore ma, soprattutto, considerando che il “vagoncino” Bologna – Atalanta – Napoli è appena lì sopra e che nel prossimo turno, con la Lazio che va a Salerno e la Roma che riceve l’Udinese, neroblu e partenopei si incontreranno a Bergamo. 

Ci arriva meglio la Lazio, non bisogna essere laureati allo IUSM per capirlo, perché in settimana ha vinto l’importante gara col Feijenoord, giocando di martedì e ritrovando il gol d’autore di Immobile; ha riposato a Roma e ha ricaricato le pile quasi qurantott’ore di più, rispetto a una Roma che a Praga ha accumulato tossine di ogni tipo, a cominciare da quelle della frustrazione, per poi ritrovarsi ieri a Trigoria con gli occhi pesti e gli umori ancora di più, oltre a qualche ecchimosi dovuta al fatto che no, con lo Slavia non è stata per niente un’amichevole, anche se i ritmi di Paredes e compagni soprattutto nel primo tempo avrebbero potuto indurci a pensarlo. 

Cari tecnici, la cosa più conveniente stavolta, che vi accomuna da sponde opposte del Tevere, non è evitare di perderlo, ma fare di tutto per vincerlo. Sorprendeteci.