Dalla Slovacchia primi segnali di risveglio: vince le elezioni il premier che cambia i venti di guerra

Scriveva Robert Musil, ne L’uomo senza qualità, che il cammino della storia non è quello di una palla da biliardo che segue una traiettoria precisa e prevedibile. Al contrario, è più simile all’andamento delle nuvole che si muovono in maniera imprevedibile secondo traiettorie che sono indeducibili rispetto a qualsivoglia logica. Ebbene, possiamo confermare la tesi di Robert Musil in relazione al recentissimo esito delle elezioni in Slovacchia, ove, in maniera ampiamente imprevedibile, ha trionfato Robert Fico, da non confondersi naturalmente con il nostro Roberto Fico, vessillo delle sinistre fucsia neoliberali.

Robert Fico, già quattro volte Premier, di fatto ha trionfato con un programma sorprendentemente del tutto disallineato rispetto ai desiderata del blocco oligarchico neoliberale. Robert Fico infatti è subito stato classificato come “filoputiniano”, dacché il suo programma si basa sostanzialmente su una opposizione radicale all’invio delle armi a Kiev. E tanto basta naturalmente per essere classificati come filoputiniani, da un ordine del discorso largamente ideologico e propagandistico che subito assimila al filoputinismo ogni posizione che variamente rivendichi le ragioni della pace e dell’esigenza di fermare la guerra, fermando l’invio di armi all’Ucraina.

Ebbene, leggiamo che il trionfo di Fico è un trionfo emblematico dato che ha ottenuto il 23% dei voti.
Sarà lui adesso a formare il nuovo governo e a diventare primo ministro, come ricordavo, per la quarta volta.
In sostanza si tratta di un politico decisamente disallineato rispetto all’ordine neoliberale.
Fico non ha mai fatto mistero del proprio euroscetticismo, essendo molto critico verso l’Unione Europea, né ha mai fatto mistero della propria opposizione alle ragioni, se così vogliamo definirle, dell’imperialismo a stelle strisce, quale si manifesta attualmente tramite il supporto all’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato con la N maiuscola, prodotto in vitro da Washington, se non da Hollywood.

Ecco che davvero la storia, come diceva Robert Musil, è imprevedibile.
Ecco che davvero nella storia talvolta ci sono delle sorprese: rivela come la storia sia il regno dell’indeducibile e dello spazio della libertà umana.

La vicenda della Slovacchia è emblematica, dacché ci segnala con limpido profilo come sempre più i popoli europei stiano comprendendo la follia di questa guerra. Una guerra imperialistica della NATO contro la Russia. Una guerra che sta portando nella miseria l’Europa tutta, che fa la parte del vaso di terracotta di manzoniana memoria in mezzo a vasi che di terracotta non sono.
Chissà davvero che quello della Slovacchia sia un primo importante segnale di risveglio per l’Europa tutta e che presto gli altri popoli europei comprendano ugualmente la follia di questa guerra e vadano finalmente a perseguire le ragioni della pace e della neutralità dell’Europa rispetto a questa folle guerra imperialistica.

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