Morti di Bergamo e il malinteso Neanderthal ▷ Frajese: “Provano a rimontarla in tutte le maniere”

Per aggiungere brio alle teorie sul Covid, arriva la notizia dall’Istituto Mario Negri: nelle morti di Bergamo c’entrano qualcosa i Neanderthal. Trattasi di uno studio pubblicato su iScience: l’ipotesi è che “3 dei 6 geni – spiega Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto – che si associano a questo rischio sono arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal. In particolare dal genoma di Vindija che risale a 50 mila anni fa ed è stato trovato in Croazia. Una volta forse proteggeva i Neanderthal dalle infezioni, adesso però causa un eccesso di risposta immune che non solo non ci protegge ma ci espone a una malattia più severa“.
Secondo gli autori, almeno il 15% delle morti sarebbero attribuibili a tale eredità genetica.
Ma sulla circoscrizione del fenomeno all’area di Bergamo, c’è confusione: notizia riportata in maniera errata?
Remuzzi stesso ha infatti precisato a HuffPost: “Quello che abbiamo trovato lo abbiamo trovato lì, perché l’abbiamo cercato lì. Ma se lo avessimo cercato a Codogno sarebbe stato lo stesso“.

Pensare che un gene che risale al pleistocene sia stato segregato nel bergamasco è un’idea da pazzi“, commenta lo psicoterapeuta Alessandro Meluzzi. “Dal punto di vista genetico è un’affermazione totalmente priva di senso.
Probabilmente la vera ragione per la quale c’è stato questo addensamento di morti nello bergamasco è legato, come è stato comprovato da alcuni anatomo-patologi che sono stati i primi che hanno fatto le autopsie sui morti da Covid, a delle cattive pratiche terapeutiche fatte con la cattiva prassi di pompare ossigeno molto puro ad alta pressione in polmoni nei quali c’erano già dei trombi“.

Quello che emerge – spiega l’endocrinologo Giovanni Frajeseè la quantità della profilazione del DNA a Bergamo, ma probabilmente non solo a Bergamo perché è possibile che tramite i cosiddetti tamponi, se si vanno a fare il sequenziamento del DNA, si ottenga il genoma delle persone. C’è una valanga di dati: vi ricorderete che Gates ha detto che i dati sono il nuovo oro. Evidentemente c’è questa coesione sempre tra ciò che è scientifico e ciò che poi viene in qualche maniera utilizzato sia a livello di propaganda sia a livello di tecnologia“.

Siccome oramai la maggior parte delle persone sensate sa perfettamente che questo è un virus fatto in laboratorio, diventa anche strano pensare come un virus fatto in laboratorio eventualmente avesse la capacità di colpire in particolare, usando lo studio di Remozzi a questo punto, delle sequenze che erano molto ben precise nella zona in cui teoricamente è iniziata la storia Covid“.