Un punto in quattro partite. È quanto raccolto dalle due squadre romane, Roma e Lazio, nelle prime due giornate di Serie A 2023-2024. Un bilancio misero e preoccupante, vista la caratura delle due squadre e delle loro avversarie. I giallorossi hanno pareggiato con la Salernitana e perso a Verona contro l’Hellas, mentre i biancocelesti sono stati affondati dal Lecce al Via del mare e dal Genoa in casa propria. Un avvio così brutto non si registrava da settant’anni: era la stagione 1950-51 quando le due squadre capitoline fecero gli stessi punti, con l’unico pari registrato dalla Lazio (Lazio-Inter 3-3, Bologna-Roma 3-1, Padova-Lazio 2-0, Roma-Palermo 1-2 nei primi due turni di campionato). Al termine di quell’anno la Roma retrocedette per la prima e unica volta della sua storia in Serie B. La crisi delle due squadre però ha radici diverse sia sul piano del gioco che societario.

La Roma, nonostante le quattro reti al passivo, ha palesato limiti difensivi importanti sulle transizioni avversarie, patendo quattro reti su sei tiri subiti. Molto male hanno fatto sia Rui Patricio, che ha enormi responsabilità sulla sconfitta di Verona, sia Chris Smalling, fino a un anno fa granitica certezza, irriconoscibile e ridicolizzato a turno da Candreva e Ngonge. I giallorossi stanno provando a rendere il loro gioco più fluido e spettacolare rispetto al recente passato e gli innesti di giocatori tecnici come Aouar e Sanches vanno in questa direzione; in attesa di trovare il giusto equilibrio, però, sono arrivati un pari e una sconfitta contro due formazioni da media-bassa classifica, ampiamente alla portata, e una fragilità difensiva insolita per una squadra guidata da un maestro della tattica come José Mourinho.

Ancor più preoccupante, dal punto di vista del gioco e delle premesse, è quanto avvenuto alla Lazio. Se i ‘cugini’ infatti vengono da un sesto posto nella scorsa stagione, un anno fa i biancocelesti si sono piazzati secondi dietro solo allo straordinario Napoli scudettato. Nelle prime due uscite stagionali, la banda di Sarri è parsa imballata e ancora in rodaggio, con gli automatismi che tardano ad arrivare. Se con il Lecce l’avvio era stato promettente, mentre nel secondo tempo c’era stato un calo fisiologico, contro il Genoa la sconfitta è stata meritata, e il grifone veniva da un 4-1 domestico contro la Fiorentina. Orfani di Milinkovic-Savic, gli aquilotti hanno sopperito la sua dolorosa cessione con gli arrivi di Kamada e Isaksen (dei due, è il primo che ne è idealmente il sostituto), con Guendouzi promesso sposo da Marsiglia. Nonostante ciò, sembra mancare un profilo che possa non far rimpiangere il totem serbo, partito per i lidi dorati del campionato saudita come tante altre stelle del calcio europeo.

La situazione, per entrambe, potrebbe essere ben peggiore al termine del prossimo turno. All’Olimpico, infatti, la Roma ospita un Milan in stato di grazia, trascinato a punteggio pieno dalle folate di Giroud, Leao, Theo e del nuovo acquisto Pulisic. La Lazio, invece, andrà in trasferta nel campo più difficile d’Italia, al Diego Armando Maradona del Napoli dei vari Osimhen, Kvaratskhelia e Di Lorenzo. Se non sarà doppia impresa, le due romane arriveranno alla sosta delle Nazionali con un punto e la stagione potrebbe già essere compromessa.