Parla il Comandante Vannacci ▷ “Non ho insultato nessuno, vi dico perché non sono razzista e omofobo”

È un caso che sta infiammando l’Italia, quello del Comandante dell’Istituto Geografico Militare di Firenze Roberto Vannacci, sovrastato da una tempesta mediatica dopo l’auto pubblicazione su Amazon del suo libro Il mondo al contrario, oggi in testa alle classifiche di vendita sulla piattaforma digitale. Repubblica, Matteo Pucciarelli titola in riferimento ad alcune dichiarazioni evidenziate all’interno del libro ‘Bufera sul generale omofobo e sessista, Crosetto annuncia analisi disciplinare’; il Corriere della Sera ancor più duro ‘Insulti a omosessuali e migranti, il libro del generale è un caso’.

“Sono cose che si possono superare”, così afferma in diretta Vannacci “mi aspettavo discussioni ma non tutto questo clamore, sono pronto a spiegare tutto quello che è stato scritto nel libro”. Ma quali sono queste dichiarazioni nero su bianco che hanno fatto sì che il Comandante fosse ‘processato’ e definito dai media omofobo e sessista? Francesco Borgonovo legge alcuni passi del libro assieme a Vannacci per analizzare la questione e sbrogliarne i nodi creatisi attorno. Soprattutto quelli in riferimento agli omosessuali, definiti non normali dallo stesso Vannacci. La chiave di lettura sembrerebbe però essere stata distorta: “Io sono il primo anormale, ho cercato di fare tutte le esperienze che esulino da quella che normalmente si chiama normalità e al riguardo vorrei leggere quello che è la sua definizione all’interno del dizionario italiano: un carattere, una condizione di ciò che è e si ritiene normale, cioè regolare e non eccezionale. Detto questo, la normalità è fondamentalmente legata alla stragrande maggioranza, alla consuetudine, alla tradizione. Questo è semplicemente un concetto statistico”. E continua “Bisogna leggere il titolo prima di esprimere determinati pareri, in riferimento agli omosessuali io non mi riferisco assolutamente ad alcuna patologia o ad alcuna malattia o qualsiasi cosa che possa essere peggiorativo del termine della normalità”.