Meluzzi risponde alle accuse sul libro scritto con Meloni ▷ “Le indagini squarciarono il velo sulla mafia nigeriana”

Dopo Vannacci, pare sia il turno della gogna per Giorgia Meloni. Come?
Tirando fuori un vecchio saggio scritto con Alessandro Meluzzi dal titolo “Mafia nigeriana, origini, rituali, crimini”, e attribuendogli una connotazione razzista quasi a negare che tali organizzazioni esistano. Peccato che la mafia nigeriana esista e che abbia capillarizzato la sua presenza sul territorio italiano negli ultimi anni.
Le cosche nigeriane sono radicate in almeno otto regioni: Lazio, Campania, Calabria, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto, dove trattano da pari a pari con la malavita italiana, e talvolta vi entrano in conflitto. Si occupano principalmente di traffico di stupefacenti, accattonaggio, prostituzione, traffico di esseri e organi umani, sfruttamento del lavoro e hanno un’organizzazione per livelli ben strutturata.
La ricomparsa del volume in questione proprio nella settimana delle polemiche sul Generale Vannacci lascia però pensare a una strumentalizzazione, e non a reali questioni di merito.
E, seppur fosse, “questo per la Meloni è un assist“, secondo Meluzzi, che così commenta ai nostri microfoni.

Io faccio di mestiere il criminologo e bazzico molto nei tribunali e nelle procure della Repubblica. A Torino si mise in mostra una procura che spesso non ha brillato per lungimiranza dal punto di vista delle selezioni delle indagini sui reati contro lo Stato fatti da pubblici amministratori, come al tempo di Tangentopoli in cui un certo strabismo ha cancellato gli accusati di sinistra tenendo in piedi quelli che dovevano essere eliminati.
In questo caso però l’indagine del commissario Lotito e quella del procuratore Castellani ha squarciato un velo sulla mafia nigeriana. Indagine che ha portato alle prime condanne per reati di mafia: spacciatori, commercianti d’organi, di armi.


Il primo che mi mise in avviso sul potere crescente della mafia nigeriana fu un importante capomafia, o considerato tale: Vito Palazzolo, che periziai a Spoleto. In quei lunghi colloqui mi disse che se la mafia italiana dovesse combattere una guerra con la mafia nigeriana in Italia oggi la perderebbe “perché non abbiamo neanche picciotti armati in grado di farla”. Hanno una disponibilità immensa di risorse economiche, di fonti ormai al di fuori del circuito dei calabresi per il rifornimento dell’eroina gialla, hanno il controllo delle vie dei migranti che partono dalla Nigeria. Queste cose i servizi italiani presenti in Nigeria le sanno, come disse Renzi l’Eni – con le sue luci e le sue ombre – è uno dei bracci fondamentali per i servizi segreti, vi sto dicendo cose che si sanno.

Sulle strumentalizzazioni con Vannacci

Collegare le due cose denota l’immensa stupidità di questa sinistra ideologica. Tutti mi dicono “adesso avrai fatto arrabbiare la Meloni”. A me sembra di aver dato un assist a Giorgia Meloni, che con questo libro ha potuto mostrare di essersi riposizionata al centro rispetto agli isterismi quirinaleschi e mattarelliani di Crosetto, il quale per una serie di ragioni più o meno confessabili deve tenere in questo campo la posizione più oltranzista rispetto alla quiescenza dei poteri forti di sinistra”.