Finale di Champions 2023, le pagelle dell’Inter

Onana 6,5
Interventi importanti che fanno media con un paio di sviste da gelare il sangue. Incolpevole sul gol di Rodrigo. Bravo nel lancio improvviso.

Darmian 6,5
Il pacchetto difensivo dell’Inter sbaglia poche cose in assoluto, una la paga carissima. Gli tocca spesso Grealish, che cerca sempre di prenderlo in controtempo.

Acerbi 7
Sembrava un’impresa, il controllo di Haaland; lui ne ha fatto una missione, allargando la caccia all’intero rettangolo di gioco.

Bastoni 7
Un’ora di grande intensità, sia per il presidio dell’area che per l’accompagnamento nelle proiezioni offensive. Quando esce ha dato tutto, all’interno di una prova autorevole.

Dumfries 5,5
Si è avverata meno del previsto la sua pressione; non si sono intensificati quasi mai i suoi strappi. Del resto, da quella parte arrivavano Grealish e Aké in combinazione.

Barella 6,5
Cerca di trascinare i compagni, a volte facendosi togliere lucidità dalla vis pugnandi; rimprovera ferocemente Lautaro quando l’argentino pecca di egoismo, persegue l’essenzialità delle verticalizzazioni fino alla fine.

Brozovic 6,5
Cala un poco alla distanza, dopo un’ora più che buona come contributo a non far schiacciare troppo l’Inter; tenta in più di un’occasione di andare a caccia dell’inserimento.

Calhanoglu 5,5
Un po’ troppi i palloni giocati pericolosamente e persi sulla trequarti. In una finale non deve accadere, contro il City meno che mai.

Dimarco 7
Grande generosità, una proiezione offensiva incredibilmente efficace e sfortunata, una percorrenza quasi illimitata.

Dzeko 6
La parte migliore arriva quando è più stanco, ovvero all’inizio della ripresa; non punge, quasi mai; ma se l’Inter non viene schiacciata è anche merito del suo avariare negli ultimi trenta metri.

Lautaro 6
Una certa efficacia fino al grande peccato di egoismo in occasione del mancato servizio a Lukaku. Un po’ meno lucido da lì in poi, però le transizioni offensive le aveva pilotate lui.

Lukaku 5,5
La palla d’oro la sbaglia. La sua presenza si sente, dal momento in cui entra, ma fallisce il colpo potenzialmente risolutore.

Gosens 6
Lavora tanti palloni e aiuta la pressione disperata dei nerazzurri.

Bellanova 6
Accompagna con regolarità a destra.

Mkhitaryan 6
Autonomia limitata ma apporto di pochi minuti elargito con perizia nel cuore della trequarti.

D’Ambrosio 6
Subito partecipe dell’agonismo finale con equilibrio.

Inzaghi 7,5
Inter onorevolmente in partita e alla partita fino alla fine. La punisce l’episodio, non la superiorità tecnica del City. Gara preparata alla perfezione.

Finale di Champions 2023, le pagelle del Manchester City

Ederson 6,5
Bravo nell’essere fortunato, il che è una forma di bravura, al netto delle imperfezioni iniziali.

Akè 6,5
Dinamismo profuso, non senza sbavature, in avanti; a volte si ritrova troppo esposto ma compensa con la rapidità.

Dias 7
Monumentale, al centro del fortino.

Akanji 6 –
Rivedibile come tenuta complessiva, acquisisce sicurezza nella seconda parte. Graziato da Lautaro in occasione della svista più evidente.

Stones 8
Partita a tutto campo, con intensità che non intacca mai la qualità degli inserimenti e del recupero palla.

Rodri 8
Il gol della storia pesa enormemente, anche per la freddezza; a suggello di una partita cominciata non da leader, ma finita da ispiratore della manovra, combattente della linea mediana, a tratti rifinitore dopo un inizio opaco trascinatosi per tutto il primo tempo.

Silva 6
Comincia bene, poi scivola verso un relativo anonimato.

De Bruyne 6
Fino a quando è costretto ad alzare bandiera bianca, fa baluginare le sue doti, soprattutto per i lanci improvvisi.

Gundogan 7
Più efficace che appariscente, ma alla fine incisivo con intensità crescente.

Grealish 7
Grande pressione, aggressione sistematica degli spazi dal suo lato verso il centro, accettazione di ogni duello, con predilezione per i più spigolosi.

Haaland 6 –
Un’annata da marziano finita con una partita da umano, con pericolosità depotenziata dalla grande efficacia delle letture preventive interiste.

Foden 7
Ingresso efficacissimo, che senza un gigante come De Bruyne ha reso più fluido il City, da quel momento con maggiore propensione al cambio di passo.

Walter 6
Per il controllo nel finale.

Guardiola 9
Nella storia c’era già, ora ci torna con colori sociali che l’assaggiano grazie a lui, pur nella serata in cui il suo City appare un po’ meno riconoscibile e un poco contratto. Alla fine alza la Coppa dopo una partita…da Inter.