Un’altra vittoria del calcio italiano, un’altra vittoria della Juventus. Superato il Friburgo, con il punto esclamativo al fotofinish.
In un match che non era iniziato nel migliore dei modi, con una Juve che prova a tenere palla ma il Friburgo che si rende pericoloso. Al 22esimo il primo squillo, con Szczesny che smanaccia un colpo di testa da posizione ravvicinata di Ginter, la palla finisce tra i piedi di Gregoritsch che però non trova la porta. Per il polacco non sarà il solo intervento felino richiesto.

Intanto però a passare in vantaggio è la Juve: fa anche in tempo ad esultare per essersi sbloccato, ma la sfortuna di Vlahovic in questa stagione sembra non finire.
Il VAR annulla il gol per posizione di fuorigioco del serbo, che sull’assist di Kean si trovava oltre i difensori posti davanti al portiere Flekken.
Continua un digiuno che dà a tutti l’idea di essersi prolungato troppo. Perfino al difensore Guide, che deviando di braccio la conclusione di Gatti procura a Vlahovic una nuova occasione per sbloccarsi da dischetto e alla Juventus la superiorità numerica per il resto del match.

Detto fatto: al 45esimo di Juve Friburgo finisce il momento nero di Dusan. Palla centrale e Flekken – sfortunato – guarda il pallone centrale andare dentro dopo la deviazione di stinco.
Il Friburgo però non ci sta e si ripresenta da Szczesny al 13esimo della ripresa. Stavolta è un miracolo del portiere della Juventus su una conclusione ravvicinata di Gregoritsch a tenere in equilibrio il risultato.
Sarà l’ultima vera occasione per i padroni di casa, perché la truppa di Allegri prova ora ad addormentare la partita riuscendoci perfettamente. Gestisce palla la Juventus a tutto campo nel tentativo di gestire i minuti mancanti, e Allegri cambia mettendo in campo forze fresche.

Iling Junior per Kostic, Barrenechea per Locatelli, Chiesa per Vlahovic.
Il 7 più atteso dell’anno entra con la solita fame di gol e si vede. Lo nota subito Flekken, che in bagher nega la gioia a Chiesa, infrangendola sulla traversa.
L’italiano però è caparbio, e quando Rabiot gli serve un pallone col goniometro davanti alla porta non può che punire: palla che bacia il palo, Chiesa che bacia la maglia. Domani i sorteggi di un quarto di finale che fa iniziare a sperare nel lieto fine di una stagione brusca.