Lo chiama “indipendente”, ma il relatore che investigherà le interferenze nelle elezioni canadesi è nominato da lui stesso.
Il primo ministro Justin Trudeau è nell’occhio del ciclone per una presunta interferenza cinese nelle scorse elezioni federali.
Non è un segreto che la Cina considerasse ostile il suo avversario conservatore Scheer, e quindi preferisse la sua vittoria.
Il leader dell’opposizione Poilievre chiede a gran voce un’indagine pubblica, ma Trudeau ha in mente qualcosa di più articolato.
Un relatore “indipendente” scelto personalmente dal primo ministro dovrà stabilire se è necessario un provvedimento o no.
Per Trudeau il relatore potrebbe raccomandare un’inchiesta formale.
“E – specifica – rispetteremo la loro raccomandazione“
Nel frattempo ha annunciato il potenziamento di task force anti fake news per fermare ogni presunta disinformazione interna ed esterna.
“Trudeau non contrasta la corruzione. Contrasta le voci critiche“, commenta in proposito il leader dell’opposizione.
“Da dieci anni il totalitarismo di Pechino sostiene Justin Trudeau.
Hanno iniziato donando 200.000 dollari alla sua Fondazione. Lo hanno aiutato in due elezioni consecutive.
Lo sa da un decennio. Mi state dicendo che non sapeva che Pechino avesse donato 200.000 dollari alla Fondazione Trudeau?
Mi state dicendo che non sapeva che hanno interferito in due elezioni consecutive?
Certo che lo sapeva.
È stato informato più volte e ha tenuto segreti tutti quei briefing. E poi, quando è stato scoperto, ha assunto l’ex CEO della stessa Trudeau Foundation che aveva ricevuto i soldi dalla Cina, per scrivere un rapporto al riguardo.
E ora sta cercando di insabbiarlo di nuovo con un processo segreto che lui controlla“.