Ha destato molti commenti critici il discorso di fine anno di Sergio Mattarella. Tra questi, con particolare riguardo alla questione del rapporto tra industria e ambiente, quello sul sito Altreconomia di Paolo Pileri, docente di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano.

Sono “tante e dolorose” le mancanze nel discorso del presidente Sergio Mattarella, scrive Pileri. “A partire dalla bassa sensibilità ecologica che oggi invece avremmo la necessità che diventi la lente per guardare lo stato delle cose. Perché pensare di proseguire sul filo insidioso del compromesso è davvero problematico. La natura è solo accennata nel discorso e laddove lo è, rimane subalterna ai bisogni dell’uomo, funzionale al realizzarsi del sapiens e delle sue aziende. Sappiamo invece che la vera sfida, culturale e sociale, sta nel rispettare la natura in quanto natura quindi ben prima di ciò che possiamo ricavarci. Purtroppo nel discorso ha trovato molto più spazio il tema della “crescita economica” qualunque e comunque sia concretizzata. Il sistema economico è citato ma non criticato. La lode alle imprese senza un monito alla sostenibilità è, a mio modo di vedere, fuori dal tempo e quindi rischiosa perché non aiuta a far fare quel salto che stentiamo ancora a spiccare e che ci condanna alla insostenibilità in Europa e non solo in Europa”, si legge sul sito.

Non solo parole, dunque, ma anche fatti. Questo si attendeva il professore. Abbiamo bisogno di autorevoli appigli super partes che inseriscano nei soliti discorsi della crescita economica, quel cuneo che cambi la situazione. Non trovandolo, mi è assai dispiaciuto”, spiega Pileri. “Bisogna rivedere l’approccio del sistema economico con la lente del pensiero ecologico. Non vuol dire congratularci tra noi per la ripartenza, è chiaro che dobbiamo garantire il lavoro. Ma non possiamo permetterci una ripartenza come quella di ieri: dobbiamo lodare le imprese che riducono la loro impronta ecologica e il loro impatto ambientale. Qualcuno deve dirlo, altrimenti non si otterranno progressi a causa di danni ambientali che molte imprese producono e che, alla fine, paga ‘Pantalone’”.