Il prezzo del petrolio scende ma il costo della benzina continua ad aumentare, come è possibile?
Con l’economista Gabriele Guzzi abbiamo individuato le cause di questa situazione. Il governo ha tentato di rimediare obbligando i distributori ad esporre il costo medio nazionale vicino al costo di vendita per far capire alle persone quanto vanno a spendere. Questa ovviamente non è una misura anti rincari, ma un’operazione di trasparenza, che può essere anche condivisa, ma non risolve minimamente il problema. Il problema vero è che in Italia abbiamo le accise più alte d’Europa. Anche i paesi nordici, come Svezia e Finlandia raggiungono le nostre percentuali, con l’unica differenza che gli stipendi medi sono il doppio dei nostri. Lo Stato come sempre ha bisogno di soldi, e una delle fonti di maggior guadagno, sono quei beni che nonostante aumenti il prezzo, sono irrinunciabili. Come la benzina.

Questa è la prima causa – spiega Guzzi – la seconda può essere ricondotta alle sanzioni dell’Europa nei confronti del Cremlino. L’embargo posto nei confronti della Russia ha fatto schizzare verso l’alto il prezzo del petrolio e del gas, sia per le dinamiche proprie del mercato, sia perché i nuovi accordi che abbiamo preso ci hanno penalizzato enormemente. In definitiva, la causa principale della situazione che stiamo vivendo in questi giorni, può essere ricondotta semplicemente al fatto che il governo ha sbagliato la legge di bilancio: “Persino il ministero dell’ambiente ha pubblicato proprio questa mattina dei dati che mostrano che il rialzo dei prezzi, è dovuto semplicemente all’eliminazione dello sconto sulle accise“. Ma la situazione potrebbe anche peggiorare: “Il 5 dicembre è scattato l’embargo sul petrolio russo importato via nave, il 5 febbraio scatterà l’embargo sui prodotti raffinati, tra cui anche la benzina“. Come abbiamo capito la situazione è critica, il governo deve agire tempestivamente.