Cerchiamo di fare un po’ insieme il punto di quanto sta accadendo in Ucraina. I media scrivono da giorni che il ritiro di Putin da Kherson è segno che la Russia stia perdendo la guerra. Ahimè, quel riposizionamento è invece il segno che Putin stia entrando in guerra. Un conto, infatti, è stata considerarla una operazione speciale, come hanno fatto i russi fino a qualche settimana fa, con operazioni quanto più mirate e chirurgiche possibile. Altro conto invece è entrare in una guerra vera e propria. A quel punto prima vengono fatti allontanare i civili, poi si procede ad attacchi che non abbiamo mai visto fino a oggi. Ed è quello che è iniziato ad accadere in Ucraina e che noi vedremo nelle prossime settimane. Pare che Putin abbia capito che non ha assolutamente altra scelta che cambiare il volto di questa operazione. Tutto quello che vuole invece la NATO è ciò che interessa agli Stati Uniti, ossia che questa resti una guerra per procura, combattuta anche se con le sue armi, ma sul suolo dell’Ucraina e con gli ucraini al fronte.

Nelle prossime settimane, tra l’altro, è probabile che Zelensky venga messo fuori dai giochi, anche se capisco che questa può sembrare una previsione un po’ azzardata, ma è chiaro che gli americani non tollerano più nella maniera più assoluta le sue iniziative, che rischiano di trascinarli in una guerra vera e propria, quindi non come l’hanno combattuta fino a oggi. Una guerra che, tra l’altro, gli americani non potrebbero mai giustificare davanti alla propria opinione pubblica. In America sappiamo che l’inflazione sta creando dei problemi enormi. E poi c’è una spaccatura immensa nella società americana, veramente ai limiti della guerra civile. Quindi nessuna amministrazione potrebbe giustificare una escalation della guerra con la Russia davanti all’opinione pubblica americana. Tutto quello che gli americani in questo momento non vogliono è che Zelensky li trascini in un conflitto più ampio, cosa che invece il presidente ucraino sta provando a fare da mesi in tutti i modi.

E l’ultima provocazione è stata quella dei missili che hanno colpito la Polonia e Zelensky si è subito affannato a richiedere l’intervento della Nato, essendo la Polonia un paese Nato. Gli americani, invece gli hanno fatto capire più volte già con l’attacco al ponte di Crimea, già con l’attentato che è costata la vita alla figlia di Dugin, che sono a responsabilità ucraina e sono stati proprio gli apparati americani e l’intelligence americana a denunciare al mondo la responsabilità dell’Ucraina. Non dimentichiamo che dopo la caduta dei missili sulla Polonia, Biden è stato uno dei primi a prendere le distanze dalla versione che vedeva la Russia aver lanciato un attacco alla Polonia. La Nato addirittura ha comunicato di aver tracciato personalmente quei missili. Quindi, come vedete, hanno preso subito le distanze da un’azione che avrebbe potuto trascinare la Nato in guerra, come voluto da Zelensky.

Zelensky sa che ormai per gli americani è diventata una mina vagante, un personaggio assolutamente ingestibile. E tutto il mondo della diplomazia, a dire il vero, ha assistito incredulo alla goffa sceneggiata di Zelensky mentre provava a far credere che quei missili fossero partiti dalla Russia. Poi abbiamo visto le reazioni degli utili idioti italiani, da Calenda a Letta, che hanno subito indossato il berretto mimetico in favore dei media, facendo appello agli USA e alla Nato che invece, proprio dopo poco, negheranno le dirette responsabilità di Putin. Quindi, gli USA non possono più gestire Zelensky in questo modo. Il rischio per loro è troppo grosso e pare che se ne siano resi conto ora che Putin ha invece deciso di entrare in guerra.

La Matrix europea – La verità dietro ai giochi di potere, con Francesco Amodeo