Nicolò Zaniolo è l’argomento del giorno nel pianeta Roma. Nella sfida del Ferraris con la Sampdoria, infatti, il giovane giallorosso non compare nei titolari della distinta di gara: partirà dalla panchina. José Mourinho avrebbe infatti intenzione di giocare con due centravanti di ruolo (Belotti e Abraham) e di rinunciare a uno dei due trequartisti, dando a Lorenzo Pellegrini le chiavi della regia offensiva romanista. 

Anche Leonardo Spinazzola e Nemanja Matic riposeranno (al loro posto Stephan El Shaarawy e Mady Camara), ma dietro queste scelte ci sono motivazioni fisiche: sia l’esterno, sia il centrocampista non erano al meglio già nelle partite contro il Lecce e il Betis di Siviglia e hanno dovuto giocare più per l’emergenza che affolla l’infermeria della Roma che per il loro stato di forma. Nel caso del 22 giallorosso, le motivazioni possono essere due: esclusione per motivi tattici (doppio centravanti invece che doppio trequartista, quindi cambio di modulo con passaggio dal 3421 al 3412) o una “punizione”

Secondo me è una esclusione punitiva: Zaniolo, quest’anno, è un titolare inamovibile”, dice Fabrizio Aspri. “Questo è il mio punto di vista. Il ragazzo sta vivendo un momento difficile e scrollarlo tenendolo in panchina, facendolo poi giocare quando sarà, caricato da questa bocciatura, è la scelta giusta. Perché non si può parlare di punizione? Non sto dicendo ci siano ragioni disciplinari, ma è evidente il momento di forte appannamento che sta vivendo”. 

Come spesso accade, il nome di Zaniolo spacca ambiente e opinionisti e crea un caso. Perché se non va in campo deve essere considerata una bocciatura? “Dire che Zaniolo non gioca perché punito è improprio”, precisa Gianluca Lengua del Messaggero. “Il motivo può dircelo solo Mourinho: può benissimo essere una scelta tattica”. Gli fa eco Roberto Maida del Corriere dello Sport: “Dietro la sua esclusione credo ci sia una semplice scelta tecnica, le cui motivazioni possono essere tattiche, atletiche e anche comportamentali. La verità la sa solo Mourinho”.