Zaniolo s’è perso. S’è perso, e non sa tornare. Nonostante la fiducia totale di dirigenza, allenatore e tifosi, la stagione del funambolo giallorosso, a oggi, è fallimentare. Dopo un’estate travagliata dalle voci di mercato (lo volevano, dicono, Tottenham e Juventus), la stima di José Mourinho, le manifestazioni di affetto ovunque via social e qualche chiacchierata con i senatori della squadra avevano convinto Nicolò a restare e, forse, rinnovare il contratto che lo lega alla Roma fino al 2024.
Eppure, questa fiducia al momento non è stata ripagata sul campo. Confusionario, sciupone, impreciso, frettoloso. “Sembra quasi un giocatore di rugby: si concentra solo sullo sfondamento”, ha detto di lui Zibì Boniek ai microfoni di RadioRadio lo Sport. Una visione, quella della leggenda polacca, suffragata anche dai dati sulle performance del giocatore. Zero gol, zero assist: e dire che gioca a pochi metri dalla porta, accanto a un giocatore (Paulo Dybala) che si sta affermando sempre più come l’uomo chiave del gioco romanista.

I dati non mentono

Per comprendere il brutto rapporto del 22 giallorosso con i gol ci sono i dati sui gol attesi (xG) e sugli assist attesi (xA). Nello specifico, gli xG utilizzano parametri probabilistici per capire quanto un tiro è pericoloso e, dunque, quanto sia plausibile che una squadra riesca a fare gol (ogni tiro ha un coefficiente che varia da 0 a 1).
In gioco entrano numerose variabili, sia storiche che relative al giocatore, alla sua posizione, al suo rapporto con le marcature: un rigore, per esempio, parte da un valore di 0,75 perché è molto probabile si possa trasformare in gol. 
Per questa analisi, per misurare meglio la pericolosità di Zaniolo (che non è tra i tiratori della Roma) verrà usato il dato dei gol attesi depurato dai rigori (npxG, non-penalty expected goals).
Allo stesso modo funzionano gli xA, che indicano la propensione di una squadra a costruire passaggi che mettono in condizione di fare gol.

Punta spuntata

In tutta la Serie A (dati Fbref) Zaniolo è al trentaquattresimo posto tra gli attaccanti più pericolosi (undicesimo se consideriamo le seconde punte con caratteristiche offensive): dal giallorosso ci si aspetta una media di 0,38 gol (npxG) e 0,1 assist a partita, segno che non solo fatica a segnare, ma anche a mettersi nella condizione di farlo o di aiutare i compagni. E dire che il gemello di reparto, Dybala, domina la classifica con 0,44 npxG e 0,47 xA per match. Ma, nell’attacco romanista, Zaniolo non è solo: a guidare la classifica della Serie A per occasioni potenziali create, sia in termini di gol che di assist attesi, è Tammy Abraham. Più di Ciro Immobile, nonostante sia andato a segno solo in due occasioni e abbia fornito un solo assist (il laziale è rispettivamente a quota 6 gol e 3 assist). A differenza di Zaniolo, però, l’inglese si mette spesso in condizione di segnare, mentre il 22 non riesce a trovare gli spazi giusti per esprimersi.

Tanta strada da fare

Con la Joya out fino a fine anno per una lesione muscolare e una Roma che crea più di tutti, ma fatica a trovare gol, recuperare Zaniolo non può che essere una priorità. Il posto da titolare non sembra a rischio, ma urge invertire la rotta: a Mourinho il compito di ridare ai giallorossi e al calcio italiano uno dei talenti più fulgidi della sua generazione.