La Roma di José Mourinho ha un problema con i gol. Lo certificano le prestazioni in campo, ma soprattutto le statistiche. A fronte di un numero molto alto di occasioni create, per gli attaccanti giallorossi la porta sembra stregata: 175 tiri, 12 marcature, meno del 7 per cento del totale. E dire che Lorenzo Pellegrini fa di tutto per far segnare i compagni: secondo il sito di statistiche Kickest, il capitano giallorosso guida la classifica delle grandi occasioni da gol create con 7 tentativi (al pari del laziale Savic e dell’interista Dumfries), ma solo 4 di questi sono poi diventati assist. 

La conferma dalle statistiche: gol e punti attesi

E c’è di più: a confermare il brutto rapporto della Roma con i gol ci sono i dati sui gol attesi (xG), sui gol subiti attesi (xGA) e sui punti attesi (xPTS). Nello specifico, gli xG utilizzano parametri probabilistici per capire quanto un tiro è pericoloso e, dunque, quanto sia plausibile che una squadra riesca a fare gol (ogni tiro ha un coefficiente che varia da 0 a 1). 
In gioco entrano numerose variabili, sia storiche che relative al giocatore, alla sua posizione, al suo rapporto con le marcature: un rigore, per esempio, parte da un valore di 0,75 perché è molto probabile si possa trasformare in gol. Allo stesso modo, ma in senso opposto, funzionano gli xGA, che indicano la propensione di una squadra a concedere pochi tiri e dunque a non subire gol. Gli xPTS riflettono questi due indicatori (assieme ad altri parametri) e indicano quanti punti ci si aspetta che una squadra porti a casa in base a come gioca.

Roma, prima per gol mangiati

La (non) notizia è che in cima a tutte le classifiche statistiche non c’è il Napoli, bensì la Roma. Secondo il sito specializzato Understat, i giallorossi sono la squadra da cui ci si aspetta più gol (22, ma ne ha realizzati 12), quella che ne dovrebbe concedere meno (5, contro i 9 subiti) e quella che, dati alla mano, avrebbe meritato più punti (21, a fronte dei 19 realizzati). Non solo: i dati mettono sotto accusa anche Tammy Abraham. Per le occasioni che ha avuto, il centravanti romanista dovrebbe aver realizzato almeno 6 gol, come il capocannoniere Ciro Immobile, ma ne ha portati a casa solo due. 

Se il Napoli e il Milan (rispettivamente prima e terza con 23 e 21 punti) stanno performando in linea con quanto producono, a sorprendere per la loro efficacia sono la Lazio di Maurizio Sarri e l’Udinese di Andrea Sottil. I biancocelesti hanno 6 punti in più di quelli attesi (20 contro 14), i friulani 5. E anche xG e xA seguono la stessa tendenza.
Oltre ai dati, però, c’è il campo. I numeri sulle performance romaniste non devono diventare un alibi, come fossero errori arbitrali: a Mourinho e ai suoi giocatori il compito di ritrovare quel rapporto con il gol che quest’anno, a Trigoria, sembra smarrito.