Il nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci incassa critiche e consensi. Il famoso bollettino diventa per la prima volta dall’inizio della pandemia settimanale, mentre c’è il reintegro dei medici che non hanno voluto rispettare l’obbligo vaccinale: l’operatività è prevista per l’inizio del prossimo anno.
Critiche dure sono state mosse con l’accusa dell'”eccessivo aperturismo”, si parla (e invoca) perfino l’intervento del capo dello Stato Mattarella in seguito alla proposta di rimuovere mascherine e pass dagli ospedali, al vaglio del nuovo ministro.
Contro quest’ultimo punto anche l’epidemiologo Matteo Bassetti, che non lascia margini all’ipotesi: “Vanno tenute negli ambienti più a rischio, cioè i reparti infettivi, i pronto soccorso, certe medicine e geriatrie”.

Altro tema scottante è la revoca dell’obbligo vaccinale per i sanitari: “Preferirei che chi lavora lì fosse vaccinato“, afferma a ‘Lavori in Corso’, bacchettando quei medici che verranno riammessi al lavoro: “Evidentemente non hanno capito quello che può generare questo virus, dovrebbero sapere quello che abbiamo passato nei reparti nel 2020“. Niente passi indietro neppure sulle dichiarazioni di questi due anni: “Rifarei tutto quello che ho fatto“, afferma Bassetti, “incluso vaccinare i miei figli“; e per i fragili la storia è sempre la stessa, “gli va raccomandato il richiamo, che non va chiamato quarta dose, altrimenti chi non capisce i numeri non si va a vaccinare“.

Bollettino

Il plauso a Schillaci va però sulla scelta di razionalizzare il bollettino quotidiano, già divenuto settimanale: “Lo dico ormai da un anno. Tutto questo danneggia non solo l’Italia ma anche la campagna vaccinale, perché la gente si chiede perché debba farlo, se poi si contagia lo stesso. Se avessimo fatto meno tamponi, se avessimo fatto meno bollettini, la gente avrebbe capito l’utilità del vaccino“.
Sono contento che il ministro, che è un medico, lo abbia deciso. Io non avevo alcun dubbio quando ho detto che il Ministro della Salute sarebbe dovuto essere un medico, perché un medico avrebbe portato una ventata di pragmatismo, come mi pare abbia fatto. Ha fatto più lui in una settimana di quanto non avessero fatto nei mesi precedenti

“Fuori dagli ospedali virus come l’influenza”

“Noi non stiamo facendo nulla di diverso da quello che fanno Francia, Germania, Spagna, Inghilterra. O pensiamo che sono tutti scemi oppure noi ci siamo messi nella scia degli altri. Questo è un momento in cui è bene che nessuno abbia paura. Un momento in cui dobbiamo tornare a gestire un problema infettivo come abbiamo fatto nel passato: dopo 1000 giorni non si può continuare a declinare questa malattia come facevamo a marzo 2020. E’ profondamente diversa oggi, siamo di fronte a un virus che è mutato di suo, tanti hanno fatto l’infezione naturale e pur non essendosi vaccinati hanno gli anticorpi”

“Nel 2022 sì alle raccomandazioni, no all’obbligo”

Incentiviamo in quei reparti in cui ci sono i fragili e malattie infettive. Sarebbe meglio se il personale che ci lavora fosse vaccinato. Credo sarebbe bene continuare a mantenere una forte raccomandazione, una spinta, un incentivo a continuare a vaccinarsi nelle aree più a rischio. Nelle altre oggi questo è un virus paragonabile all’influenza“.