“Stiamo addestrando gli ucraini per un uso migliore delle armi”. Questa sarebbe la giustificazione dal ministro Guerini in persona al fatto che l’Italia addestrerà il personale di guerra ucraino.
Ma al di là della goliardia e del clamore suscitato dalla notizia (come se un soldato non sapesse usare un’arma) un aspetto che mai troppo si prende in considerazione all’uscita di tali notizie è quello economico. Già perché che si tratti di speculazioni o no, le bollette poi arrivano, così come arriva lo schiaffo delle sanzioni al sanzionante: l’UE vede le bollette, la Russia in 4 mesi di guerra vede il denaro ricavato dal gas che ha visto in tutto il 2021.
Il Cremlino si trova economicamente in una sorta di “paradiso del venditore”, come dice Fabio Dragoni ai microfoni di Stefano Molinari. Il Giornalista de La Verità ha ricordato che al diminuire dell’offerta, aumenta la domanda e dunque il prezzo (legge economica basilare), ma l’UE – e l’Italia – sembrano non capirlo. O non volerlo capire (?).

L’articolo 13 della nostra Costituzione parla chiaro: l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
C’è una crisi, c’è un aggressore – la Russia – e un aggredito – l’Ucraina – detto ciò noi là dentro, a norma di Costituzione, non dovremmo esserci. Stiamo violando la nostra Costituzione come la NATO stessa sta violando il suo statuto, perché non siamo in presenza di un Paese aderente alla NATO che è aggredito. Solo quella sarebbe la circostanza che potrebbe indurre la NATO ad intervenire in un teatro di guerra. Questo non significa giustificare l’aggressione della Russia, ma semplicemente che non possiamo intervenire ogni volta che c’è un conflitto
.

A maggior ragione questo lo si legge quando ci arriva la bolletta, perché poi tutte le scelte di politica estera che si fanno possono avere delle conseguenze. Queste conseguenze si vedono quando arrivano le bollette a casa: non possiamo durare altri due mesi – non due anni – in questa situazione, perché l’intero sistema produttivo delle imprese italiane ne verrebbe tramortito“.

“L’UE? Un pinguino dentro la Savana”

Io uso da tempo un’espressione per descrivere l’Unione Europea: è un pinguino dentro la Savana. Che prospettive di sopravvivenza ha un pinguino dentro la Savana? Nessuna, è un soggetto completamente avulso dall’ambiente che lo circonda.
L’UE da un lato si dà grandi arie di essere una superpotenza, dall’altro si trova irrimediabilmente fuori posto ogni volta che accade una grande crisi internazionale.
In questo caso noi abbiamo una crisi energetica dovuta principalmente al fatto che l’Unione Europea ha scelto di dire addio ai combustibili fossili (petrolio, gas, carbone); tant’è vero che entro il 2035, secondo programmi UE, noi dovremmo aver tagliato il 55% delle emissioni di CO2.


Nessun altro al mondo si è imposto degli obiettivi così catastrofici. Il risultato qual è? Che tutti i produttori di gas e petrolio hanno deciso di non investire in ulteriore capacità produttiva. Di conseguenza abbiamo una scarsità di offerte, quindi? Aumenta il prezzo. Questo indipendentemente dalla guerra, infatti un anno fa a settembre/ottobre in TV commentavamo le bollette da capogiro arrivate ai vetrai di Murano. La notizia di oggi è che molti vetrai di Murano hanno chiuso e chiuderanno ancora molte altre imprese, perché nel frattempo si è aggiunta la guerra russo-ucraina. Appena scoppiata abbiamo detto subito che avremmo potuto fare a meno del gas russo; Oscar Wilde diceva: ‘Fai attenzione a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo’. Ora stiamo piangendo perché la Russia non ci invia il gas che ci serve: di nuovo, in una situazione in cui i prezzi dell’energia stavano salendo, noi abbiamo genialmente scelto le sanzioni. Il risultato qual è? La Russia ci vende meno gas e incassa molti più soldi: nei primi 4 mesi di guerra la Russia ne ha venduto quanto in tutto il 2021.
Mi viene il dubbio che i veri putiniani siano quelli che vogliono mettere le sanzioni alla Russia

Draghi

Sia chiaro, se lui sta al Governo è lui che ha il dovere di intervenire, non è che ci fa un piacere. E’ disdicevole che si debba chiedergli di intervenire quando dovrebbe essere lui a farlo Ciò che lascia perplessi è che siano le forze politiche a chiedergli di intervenire.
Scoppia un terremoto e il governo corrente non interviene perché ci sono le elezioni? Non dichiara lo stato di emergenza? Ma non scherziamo
“.