Elezioni alle porte, siamo costantemente inondati di notizie – tizio ha detto questo, caio pensa quest’altro – tanto che la confusione è all’ordine del giorno. Ciò trova riscontro nei sondaggi che presentano un’alta percentuale di indecisi che non sanno cosa votare.
La mediazione delle fonti informative, in un paese democratico sempre insidiato dalla disinformazione, è importantissima. Passa per le parole, per le virgole, per i punti e – se non soppesati – anche per i titoli. Come quelli che sicuramente la redazione di Repubblica avrà verificato dai diretti interessati, che passano all’attacco di Giorgia Meloni, favorita per la vittoria finale, con uno stile quantomeno discutibile.

Come l’ultimo ‘avvertimento’ delle banche d’affari: “Se Meloni abbandona l’agenda Draghi saranno guai”. Con tanto di retrogusto di ‘un’offerta che non si può rifiutare’. E ancora, “collabori o reagiremo”, si legge sempre sull’edizione online di Repubblica. Chi parla sarebbero le cancellerie europee, che – come riporta il quotidiano – avvertiranno pure Tajani perché FDI non metta in campo le tanto temute ricette sovraniste. Avvertimenti, minacce, reazioni che non si ha alcun remore a pubblicare come fosse la cosa più normale di questo mondo, così come le retate del mondo VIP, che pure fa il pieno di follower avallando timori meloniani di ritorno del fascismo (e simili), dimenticando però che i follower non sono schede elettorali.

Queste testate “fanno delle cose che farebbero saltare dalla sedia qualsiasi ordine dei giornalisti, qualsiasi autority, qualsiasi persona normale. Ma prima di parlare delle nostre di violenze – di quelle che compiono su di noi – parliamo di quelle che subisce il popolo, di cui non si accorge nemmeno. Noi queste violenze le andiamo a leggere proprio sui giornali del grande mainstream. Quelli che non dicono bufale, quelli che ‘l’informazione siamo noi’. Che non ricevono nessuna procedura di fact checking”.
Così Fabio Duranti nel suo editoriale a ‘Un Giorno Speciale’.

“I fact checker, che dovrebbero sbufalare, sono invece i più grossi propagatori di bufale. Cercano di nascondere la verità o addirittura cercano di denigrare, di diffamare le persone”.

La notizia del Corriere della Sera

“C’è una notizia che recita: “Renzi: ‘Giorgia stai serena, ogni due anni ho fatto cadere un Governo'”. Io ci credo che l’ha detto perché è scritto sul Corriere della Sera, quindi dobbiamo prendere questa notizia per buona. Ora io vorrei capire: come è possibile che esiste una percentuale di italiani che appoggia un soggetto che si vanta di far cadere un Governo ogni due anni? Io cittadino direi: hai detto una cosa del genere, non sei adeguato per quel ruolo. Questa cosa avrebbe fatto saltare sulla sedia qualsiasi cittadino di un paese libero. Ma non è l’unica”.

La campagna contro Giorgia Meloni

“Ci sono minacce che vengono da ogni direzione. Una di queste viene da Repubblica ed è una minaccia molto grave: la minaccia delle banche. ‘Meloni fa dietrofront e rinnega l’Europa ‘Con me al governo la pacchia è finita’. Ma sotto Repubblica scrive: ‘Le banche d’affari: ‘Se abbandonerà l’agenda Draghi saranno guai’.
Fatemi capire: c’è un politico eventualmente eletto (democraticamente) che dice che cambierà le cose in Europa – una persona che potrebbe anche andare a governare che dice la sua, che dice quello che vorrà fare – e Repubblica minaccia e dice che le banche d’affari, non gente eletta ma le banche, fanno una sorta di avvertimento mafioso. In sostanza Repubblica sta dicendo: ‘non la votate che sennò le banche d’affari vi levano i soldi’. A me queste cose fanno schifo. Se fossi un giudice andrei da Repubblica a chiedere chi ha detto queste cose.

Repubblica pubblica anche le minacce di Ursula Von der Leyen che dice: ‘Collabori o reagiremo’. Come reagirete? Cosa sono queste minacce?

Io, da cittadino italiano, voglio sapere quali sono i guai che minacciano le banche d’affari? Io mi chiedo: c’è un giudice o un autority che va li a chiedere spiegazioni? Queste sono minacce in stile mafioso. Stiamo per andare alle elezioni e pubblicano queste cose? Io trasecolo, soprattutto per il fatto che un giornale pubblichi queste cose e secondo perché su alcune cose che vengono pubblicate non ci sia nessun controllo. Al di là di chi verrà eletto, noi non siamo liberi di scegliere il nostro leader? È rimasto qualcuno che può difendere un paese che sta andando verso una deriva pericolosissima? La verità è che nessuno se ne preoccupa”