Qualche giorno addietro compariva su varie testate una notizia davvero degna della nostra attenzione. La notizia, che ad esempio troviamo su AGI, spiega minuziosamente che le sanzioni alla Cina e alla Russia non bastano. Proprio così.

Il fatto che le sanzioni alla Russia e magari anche alla Cina non funzionino appare evidente e al di là di ogni ragionevole dubbio. L’abbiamo detto ripetutamente, mostrando ormai decine di volte come si tratti di fatto di sanzioni che per la prima volta nella storia umana vanno a nocumento di chi sanziona e non di chi è sanzionato. Quindi nulla da aggiungere davvero sul fatto che queste sanzioni non stanno funzionando: a patto che si ammetta che la loro funzione idealmente dovrebbe essere quella di nuocere alla Russia e di tutelare il sanzionante cioè l’Europa.

Si tratta dunque di sanzioni che il sanzionante non ha alcun interesse a fare ma che deve comunque fare, anche contro la propria volontà e il proprio interesse, dacché si tratta di sanzioni che il sanzionante è costretto a fare dal proprio padrone, in questo caso dalla civiltà del dollaro. Non sono nemmeno sicuro in verità che l’Unione Europea non voglia farle, a dirla tutta, conoscendo il suo altissimo livello di servilismo gratuito rispetto alla civiltà a stelle e strisce. In ogni caso ammettiamo per carità di patria che l’Europa e l’Italia vogliano fare queste sanzioni in realtà solo perché obbligate a farlo, non per loro intrinseca volontà.

È certo che la civiltà del dollaro rappresenta per l’Europa tutta la madrepatria e l’Europa non è se non una colonia senz’anima che deve rispondere alla volontà neopadronale di Washington. Va altresì detto che già da anni l’Europa tutta – dall’Italia alla Germania, ma l’Italia soprattutto – desidera servire in ogni modo il proprio padrone: rivela una sorta di smania di servilismo che è degna davvero della massima indignazione.

Il punto della questione tuttavia sta altrove in questo caso. L’articolo da cui abbiamo preso le mosse sembra suggerire non tanto che le sanzioni siano sbagliate – proprio perché non funzionano – al contrario dice che esse non bastano. Come a sottolineare che se non stanno dando gli effetti sperati è perché debbano essere affiancate da misure ulteriori e diverse, da misure cioè che rendano le sanzioni stesse più efficaci e più dura dunque l’aggressione contro il nemico, in questo caso la Russia. Proprio ora, dunque, dovrebbe suonare il campanello d’allarme, dacché dall’articolo sembra emergere con limpido profilo quanto segue: poiché le sanzioni non bastano il prossimo passo potrebbe essere la guerra.

Del resto sono mesi che i padroni del discorso, i monopolisti della parola politicamente corretta ed eticamente corrotta lavorano indefessamente, e lo fanno per preparare in ogni guisa l’opinione pubblica all’ipotesi di una guerra contro un nemico talmente spietato ed efferato, così viene presentata la Russia putiniana, da dover essere combattuto con ogni mezzo, perfino con la guerra nucleare.

Dove andremo a finire di grazia? Questa la domanda che dobbiamo realmente e coraggiosamente porre, senza farci illusioni. Del resto l’ha detto perfino Bergoglio, qualche giorno addietro, siamo già di fatto in una nuova guerra mondiale anche se i più, per pudore o per viltà, non hanno ad oggi il coraggio di ammetterlo apertamente, come pure sarebbe doveroso e onesto fare.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro