Leggiamo in questi giorni che la Destra si oppone all’idea del salario minimo. Non ce ne stupiamo affatto, in verità, ci saremmo anzi stupiti del contrario, e cioè del fatto che la Destra avesse ipoteticamente supportato l’idea di salario minimo, tutelando l’interesse delle classi lavoratrici. Diciamolo apertis verbis, senza infingimenti: che la Destra difenda l’interesse dei padroni è storia vecchia. Anzi, questa è la sua ragione sociale: difendere l’interesse dei padroni e dunque, dato che il capitale è un rapporto tra persone mediato da cose in maniera asimmetrica, difendere i padroni significa di necessità colpire le classi lavoratrici, nihil novi sub sole.

Che la Sinistra, divenuta fucsia, faccia il medesimo rispetto alla Destra è effettivamente la novitas del mondo post 1989. È proprio questo, a ben vedere, l’effetto più inquietante del mondo merciforme e tecno-nichilista di cui siamo abitatori. Un mondo in cui Destra e Sinistra – questo è il punto – sono divenute pienamente sovrapponibili l’una rispetto all’altra: entrambe difendono egualmente l’interesse del blocco egemonico neo-liberale, del patriziato cosmopolita turbo-capitalista. Insomma, il blocco della plutocrazia no-border che comanda il mondo. Come non ci stancheremo di ripetere ad nauseam, Destra e Sinistra – o più precisamente, ‘Destra bluette’ e ‘Sinistra fucsia’ – sono oggi le due ali della poderosa e sontuosa aquila neo-liberale che signoreggia al mondo. Destra e Sinistra inscenano una contrapposizione fittizia, quando poi in realtà sono espressioni della medesima visione del mondo, con primato assoluto del mercato sovrano e con imperialismo statunitense magnificato come esportazione di diritti, civiltà e libertà.

Il dramma, dunque, sta proprio in questo: che gli sconfitti della globalizzazione, i descamisados del mondo tecnocratico, non abbiano più alcuna rappresentanza politica e intellettuale, e dunque subiscano tutto in silenzio, senza possibilità di reazione e di redenzione. Questo è il dramma del nuovo mondo, non che la Destra non difenda gli interessi delle classi lavoratrici: questo è un dramma radicato nella modernità, la Destra non ha mai difeso gli interessi delle classi lavoratrici. Il vero dramma sta nel fatto che ora, oltre alla Destra, anche la Sinistra non difende più gli interessi delle classi lavoratrici e fa a gara con la Destra per difendere al meglio gli interessi delle classi dominanti. Potremmo anzi dire che, paradossalmente, occorre più che mai variare l’immaginario in relazione alla geografia politica: non più Destra e Sinistra, ma Alto e Basso. E sotto questo riguardo, allora, diventa comprensibile come Destra e Sinistra rappresentino in egual misura l’interesse dell’Alto. Il Basso, per parte sua, costituito dalle classi lavoratrici e dei ceti medi resta, come dicevamo, irrappresentato, soffre in silenzio, senza alcun riferimento intellettuale-politico che possa produrre la liberazione.

Destra e Sinistra, per altro, rappresentando in egual misura l’Alto, inscenano l’alternanza senza alternativa: che vinca la Destra o la Sinistra, vince comunque l’Alto. E di più, in maniera sinergica, generano l’immagine proditoria di un pluralismo che in realtà non esiste: il pluralismo può esistere solo ove i plurali siano differenti fra loro. Ma cosa accade quando i plurali sono variazioni del medesimo? Che cosa succede quando i cosiddetti ‘plurali’, in realtà, sono il medesimo che si finge plurale? Succede, dunque, che si realizza un finto pluralismo in cui i plurali sono eguali espressioni del medesimo. E in ciò sta anche una delle differenze non trascurabili tra i vecchi totalitarismi novecenteschi e quello glamour dei mercati: i vecchi totalitarismi imponevano il partito unico poiché ponevano fuorilegge tutti gli altri partiti; il totalitarismo glamour e cool dei mercati fa prosperare una miriade di partiti, a patto che tutti siano – di Centrodestra o di Centrosinistra – allineati con il verbo unico della globalizzazione turbo-capitalistica. Insomma, si potrà essere liberali di Centrodestra o liberali di Centrosinistra, ma non si potrà – questo è il punto – che essere liberali: ogni altra posizione possibile di rottura rispetto all’impianto, al dispositivo del sistema tecnocratico, verrà delegittimato dal pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto, che troverà ad hoc una categoria della neo-lingua per delegittimare tutto ciò che possa mettere a repentaglio l’ordine dominante e, dunque, tornare a rappresentare l’interesse degli sconfitti, del Basso contro l’Alto, delle classi dominate lavoratrici contro la plutocrazia neo-liberale che vive in maniera parassitaria sfruttando il lavoro altrui.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro