La tragedia del 3 luglio che ha visto il crollo di un seracco di ghiaccio nell’area di Punta Rocca, sulla Marmolada, ha riportato al centro del dibattito il tema del riscaldamento globale. La zona, infatti, aveva raggiunto in quei giorni il record delle temperature, toccando i 10 gradi in vetta.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, arrivato sul luogo dell’evento, non ha avuto dubbi: “Questo è un dramma che certamente ha delle imprevedibilità, dipende però dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica. Il Governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti perché tutto ciò abbia una bassissima probabilità di succedere e anzi venga evitato”.

La gran parte della comunità scientifica è concorde: la colpa è del cambiamento climatico e, in particolare, della produzione di gas serra, di cui l’uomo, con le quotidiane attività industriali e produttive, sarebbe l’artefice. Secondo l’IPCC, il foro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, è “molto probabile” che gli esseri umani siano colpevoli di questi caldi indiscriminati che provocano fenomeni simili. Sotto accusa, lo sfruttamento sproporzionato di combustibili fossili e la crescente deforestazione, capace di produrre enormi quantità di anidride carbonica. È da questi assunti che muovono le numerose iniziative internazionali volte a limitare l’impatto antropico su clima e ambiente.

Colpa dell’uomo? Non tutti sono d’accordo

Non mancano però scienziati che rifiutano di dare tutta la colpa all’essere umano. Un’indagine pubblicata su “Research in Astronomy and Astrophysics”, basata su 500 studi scientifici, spiega come le conclusioni dell’IPCC siano scorrette: pensare che la causa sia l’uomo e che i modelli usati oggi siano sufficientemente efficaci per prevedere i cambiamenti climatici futuri è affrettato e, quindi, potenzialmente sbagliato.

È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa“, afferma il fisico e divulgatore scientifico Antonino Zichichi.

La situazione sarebbe dunque più complessa. Per il fisico dell’atmosfera e climatologo Franco Prodi, “l’aumento delle temperature non è in discussione. Ma prima di tutto bisogna pensare che il cambiamento è connaturato al clima. Ci sono ragioni astrofisiche e astronomiche, oltre a quelle atmosferiche. Dire che la responsabilità sia tutta antropica è un’affermazione che non trova riscontro nelle conoscenze attuali della climatologia, una disciplina relativamente giovane, nella sua infanzia. E non consente questo tipo di previsioni”.