“Se ne sono viste tante nella storia. Ma è chiaro che di fronte a interessi così grandi, cosa vuoi che gliene freghi della scadenza o della salute della gente?”. L’inchiesta di Report sui vaccini scaduti e poi riclassificati continua a far discutere. Eppure, nonostante l’evidente gravità della vicenda, il Professor Alessandro Meluzzi, medico psichiatra, psicologo e psicoterapeuta, non si mostra troppo sorpreso. “Una situazione del genere interesserebbe a uno Stato, se ce ne fosse uno sovrano con un Presidente del Consiglio e un Presidente della Repubblica in grado di mandare a quel paese Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer. Peccato che Bourla è sodale di Ursula von der Leyen, il cui marito lavora per lui e che è in grado di comprarsi l’Italia intera. Mi stupisco del vostro stupore. Potrebbe mai Mattarella, con quel suo tono sussiegoso, far notare che questo imbroglio sulle scadenze non va bene? E figuriamoci Draghi, che fa parte della band. Come dice Machiavelli, ‘il potere gronda di lacrime e sangue’. Nessuna sorpresa, quindi”.
Che poi oggi la polemica sui vaccini contro il Covid-19 quasi non fa più notizia. Soprattutto dopo che Ranucci e colleghi hanno scoperchiato, oltre al trucchetto delle scatole scadute, il vaso di Pandora delle 321 milioni di dosi acquistate dall’Italia (come se il governo mirasse a inocularne addirittura sei a ogni cittadino). C’è davvero bisogno di altro? Forse sì. Ce lo ricorda Alberto Contri: “Sono state comprate anche le dosi per il vaiolo delle scimmie, ben 5 milioni di dosi”. E allora, in questa corsa sfrenata a chi ha il vaccino più inutile, perché non pensare a quello contro la malattia di Lyme? Tanto ormai.