Il 18 giugno (sabato) ci sarà una Manifestazione a Roma e sarà nazionale. Un evento programmato a Piazza del Popolo che la Cgil ormai preparava da tempo ma che, causa emergenza sanitaria e restrizioni, sembrava ormai diventato un miraggio. Pace, democrazia e giustizia sociale saranno i principali temi a cui si farà riferimento per un dibattito a cui potranno assistere tutti liberamente.

In maniera convergente ci sarà un ulteriore raduno a Piazza Santi Apostoli, in modo specifico “contro la guerra e per far sì che si arrivi immediatamente a una pace stabile”. Il Segretario del Partito Comunista Marco Rizzo ha presentato così la mobilitazione su più fronti. In seduta al Senato, il 13 giugno, ha ribadito che “l’Italia è preoccupata per quello che accadrà al popolo”, il motivo? Tra i tanti, la speculazione sulla stessa guerra. Non si ferma però alla dinamica bellica e pone l’accento anche sulla questione sanitaria emergenziale e sulla disinformazione mediatica, legata alla censura, che oggi sembra essere la normalità: “La vicenda della pandemia ha visto un uso del controllo sociale rispetto alla stessa. Per quanto riguarda la vicenda del dossieraggio da parte del Corriere della Sera (dipanata in più momenti) dico che Francesco Toscano ha tutta la nostra solidarietà e questo riguarda la democrazia del nostro paese”. Aggiunge, invitando tutti a una profonda riflessione: “Ci devono dire con dei dati di fatto, a questo punto, su documenti che devono essere desegretati e su tutto il resto, soprattutto sul ruolo che hanno avuto le persone ma che alla fine (nel complesso) tutto questo si ascrive a una sola persona che ha la responsabilità #politica di tutto questo: il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Ci devono dire cosa vogliono fare della nostra democrazia e quindi noi, in questa conferenza stampa, ci accusiamo di essere oppositori politici del Governo Draghi! Vogliamo capire cosa vogliono fare degli oppositori politici di questo paese. Il nostro problema e/o simbolo non è la sedia, chi vuole cambiare il Paese non deve per forza entrare nelle Istituzioni.