Nuova puntata di Report, nuova inchiesta. Siamo in chiusura della serie più lunga da quando è stato messo in onda il programma, 28 puntate, un record.
Si torna a parlare, dopo l’approfondimento della scorsa settimana, di salute e soprattutto di sanità, cosa sta succedendo nei pronto soccorso? Nuove svolte nell’indagine con varie segnalazioni dagli ospedali di Roma. La sanità è in allarme, cosa sta succedendo? Qual è la causa di questa gestione discutibile? Con i medici che fuggono dagli ospedali pubblici “secondo me bisognerà assolutamente prendere una decisione che cambi l’indirizzo”. Per Ranucci “non è possibile appaltare un settore così strategico e sensibile come il pronto soccorso a medici cooperative che non hanno la formazione necessaria e sufficiente per decidere sulla vita di un paziente in pochi secondi”.

Tutto ciò accade benché, dopo la prima ondata, il Decreto Rilancio stanziasse 1 miliardo e 400 milioni di euro per potenziare la rete ospedaliera italiana, con il proposito di aumentare il numero dei posti letto di terapia intensiva e subintensiva e per riqualificare i pronto soccorso.
Non gli unici fondi che, a quanto pare, vengono utilizzati senza strategie efficaci: parliamo del PNRR nel più grande tema della siccità e delle destinazioni dei fondi, soprattutto al Sud Italia: “Molti piani del PNRR – benché ci fosse una clausola di salvaguardia, che prevedeva che il 40% fosse destinato al Sud – si perdono perché al Sud non c’è personale sufficiente o adeguatamente preparato per scrivere bene i bandi e i progetti”.

L’intervento di Sigfrido Ranucci, autore e conduttore di Report, a “Un Giorno Speciale”.

Sanità

“Ci arrivano continuamente segnalazioni. Situazioni che non funzionano all’interno dei pronto soccorso, che è un allarme vero. Io continuo a dire che se non cominciamo seriamente a cambiare lo sguardo, ad aumentare i posti di degenza e ad incrementare la medicina territoriale, quei luoghi diventano un ricettacolo, passatemi il termine, di persone che non sanno come farsi visitare immediatamente, che poi rimangono lì perché non c’è posto di degenza dove ricoverarli.

Secondo me bisognerà assolutamente prendere una decisione che cambi l’indirizzo. Non è possibile appaltare un settore così strategico e sensibile come il pronto soccorso a medici di cooperative non hanno la formazione necessari e sufficiente per decidere sulla vita di un paziente in pochi secondi.

Nel PNRR, nei soldi che sono stati stanziati nell’emergenza sanità, è previsto un solo posto di degenza ordinaria in più e ne abbiamo tagliati la bellezza di 35mila negli ultimi anni. Bisognerà assumere nuovo personale.

Questa settimana avevamo denunciato quello che stava accadendo e il pronto soccorso del Cardarelli ha limitato gli accessi, accetta solamente i codici rosso. Sono arrivate varie segnalazioni da ospedali romani, la situazione è questa”.

Pnrr

“Abbiamo riscontrato delle gravi anomalie. Intanto per la siccità, nonostante da decenni venisse prospettato uno stato di siccità e gli specialisti avessero lanciato un allarme e avessero anche offerto delle strategie su della documentazione ben dettagliata. Questa documentazione giace nei cassetti dei ministeri da decenni e non un solo euro è stato previsto per contrastare la desertificazione.

Molti piani del PNRR – benché ci fosse una clausola di salvaguardia, che prevedeva che il 40% fosse destinato al Sud – si perdono perché al Sud non c’è personale sufficiente o adeguatamente preparato per scrivere bene i bandi e i progetti”.