Una mattanza che stride non poco con un mondo contemporaneo che si dipinge moderno e politicamente corretto. Ogni anno in Cina, più precisamente a Yulin (nella Regione Autonoma di Guangxi Zhuang) va in scena un festival tutto improntato sulla tortura, sulla macellazione e sulla compravendita di carne proveniente da cani e gatti. Anche quest’anno il “Yulin dog meat festival” si aprirà il 21 giugno, nel giorno del solstizio d’estate, dando praticamente il benvenuto alla bella stagione in modo cruento e raccapricciante.

I dati che racchiudono la manifestazione ben sintetizzano ciò che avviene in quella parte di continente: circa 10mila animali macellati in una decina di giorni, circa 1000 ogni 24 ore. Neanche la pandemia, che pure ha contribuito ad accendere i riflettori sulle pessime abitudini alimentari di alcune zone cinesi, ha fermato la carneficina. Va detto comunque che in conseguenza del Covid il numero di cani e gatti uccisi si è ridotto, anche con il contributo dell’aumento dei prezzi di questo tipo di carne.

Impegnato da anni contro quello che succede all’interno del “Yulin dog meat festival”, più in generale contro la macellazione dei nostri amici a quattro zampe, è l’attivista Davide Acita. Già presidente dell’Associazione Action Project Animal, Acita ha spiegato in diretta come è riuscito a mettere in salvo numerosi essere indifesi. Una missione ribattezzata “Operazione Yulin” approfondita nel corso della puntata di Bau Miao, con il direttore Ilario Di Giovambattista e la dog blogger Valentina Poggi.